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Forza Italia: "Al voto, è decaduto anche Napolitano"

di Andrea Tempestini domenica 8 dicembre 2013

Giorgio Napolitano

3' di lettura

Il Porcellum è incostituzionale: questa l'attesa sentenza della Corte Costituzionale. Di conseguenza abbiamo un Parlamento abusivo, in cui siedono onorevoli che non ne hanno la legittimazione: la Suprema Corte, infatti, ha indicato come contrario alla Carta lo "sproporzionato" premio di maggioranza. Il caos istituzionale, ora, è totale: il Parlamento è chiamato a riformare la legge elettorale, altrimenti la strada che porta al voto è preclusa. Ma, di contro, viene blindato il governo Letta, che dovrà necessariamente restare in carica fino a quando non si troverà un accordo per riformare il Porcellum. "Al voto, al voto" - In questo contesto monta la protesta di Forza Italia. Prima della decisione della Corte Costituzionale nel mirino ci sono finiti i Senatori a vita, per i forzisti privi degli "altissimi meriti" conferiti loro da Giorgio Napolitano per giustificarne la nomina. Pochi minuti dopo ecco la decisione della Consulta, a cui segue il nuovo grido di Forza Italia: "Al voto, subito". Renato Brunetta ricorda: "La sentenza, dichiarando incostituzionale il Porcellum delegittima politicamente chi siede oggi in Parlamento. Nessuno escluso. I nominati sono delegittimati una volta, chi poi siede al Senato e alla Camera grazie al premio di maggioranza è delegittimato due volte". L'ex ministro si riferisce al fatto che la Corte ha bocciato sia la mancanza delle preferenze sia il premio di maggioranza. "Conseguenza moralmente impegnativa per sanare il contrasto tra realtà di fatto e diritto costituzionale - conclude Brunetta -, sono le elezioni da indire il prima possibile, con una nuova legge elettorale da approvare al più presto, limitandosi a dare esecuzione alla sentenza". Il "Mattinale" di Forza Italia, il cui ideatore è sempre Brunetta, ha poi ricordato su Twitter che "in Parlamento gli abusivi sono 148, e così gli onorevoli del Pd calerebbero da 240 a 192". Ci si riferisce agli eletti tra le fila democratiche che, di fatto, vengono privati della loro funzione dalla sentenza della Consulta. Quindi Mariastella Gelmini rincara: "In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Consulta, una considerazione si deve fare sul merito del suo contenuto: se il Porcellum è considerato incostituzionale sia per le liste bloccate sia per l'eccessivo premio di maggioranza, è allora vero che una volta riformata la legge elettorale, e in permanenza di un Parlamento non più legittimato, l'unica decisione costituzionalmente valida che può essere presa dal Capo dello Stato è lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato". Anche Beppe Grillo si è espresso per l'immediato ritorno alle urne: "Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative. Il Porcellum è incostituzionale", scrive sul suo blog.  Sfida alle istituzioni - La decisione della Consulta, però, non incide soltanto sul futuro della riforma elettorale e sulla legittimità del Parlamento. Infatti Camera e Senato, lo scorso maggio, hanno votato la rielezione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui è stato conferito un secondo mandato. Un voto che però, alla luce del verdetto di oggi, viene messo in discussione: a scegliere Napolitano è stato un Parlamento illegale. Inoltre il Pd, compatto, votò per Re Giorgio. Lo stesso Pd che secondo i calcoli di Brunetta ha 148 onorevoli di troppo. Con la decisione della Consulta, di fatto, in pura linea teorica "decade" anche Napolitano. E a ruota decadono i quattro senatori a vita selezionati da Re Giorgio. A lanciare la sfida alle istituzione è Daniela Santanchè: "Dopo Berlusconi - commenta la pitonessa -, per mano di altri giudici siamo tutti decaduti e anche illegittimi. Compreso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Complimenti. A questo punto Napolitano non deve perdere altro tempo: sciolga le Camere e si torni immediatamente al voto. Ridia la parola agli italiani".

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