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Luigi Di Maio, il ricatto a Salvini e Conte su Siri: "Si dimetta o lo mettiamo noi alla porta"

di Gino Coala domenica 28 aprile 2019

2' di lettura

Lo scontro nel governo sul caso Siri si infiamma ancora una volta dopo l'ultimatum di Luigi Di Maio che, in visita a Taranto, lancia un messaggio chiaro su Facebook sia al sottosegretario leghista che al premier Giuseppe Conte, che lo dovrà incontrare nei prossimi giorni. "Sulla legalità passi indietro non ne faremo mai - ha detto il vicepremier grillino - Se qualcuno crede che il MoVimento 5 Stelle possa diventare come tutti gli altri partiti si sbaglia. C'è una gran bella differenza tra garantismo e, diciamola così, paraculismo. Per noi se una persona viene arrestata o indagata per corruzione deve lasciare. Se non lascia, lo accompagniamo noi fuori dalla porta. Senza aspettare i magistrati. E c'è un motivo di tutto questo, non è che ci comportiamo così perché ci piace farlo. Ci comportiamo così perché i soldi delle tasse dei cittadini devono essere gestiti da soggetti al di sopra di ogni più piccolo sospetto". Leggi anche: Di Maio, una mamma gli nega la stretta di mano: "Ti ricordi di mio figlio morto?" "A qualcuno non sta bene questo metodo? - ha tuonato Di Maio - Ok, voti il Pd, voti Forza Italia, voti chi gli pare ma non il MoVimento 5 Stelle - incalza il capo politico dei grillini - Ve lo chiedo proprio con il cuore: se pensate che il Movimento debba cambiare approccio, se pensate che di fronte a un'inchiesta dove ci sono di mezzo dei mafiosi la cosa giusta da fare sia attendere e meditare, andate altrove. Aria. Il MoVimento 5 Stelle si riconosce in due principi, che io innanzitutto ritengo fondamentali: l'etica e il rispetto". "Soprattutto il rispetto verso chi decide di darti la sua fiducia. Rispetto verso famiglie, uomini e donne che credono in quello che dici e che fai. La parola del MoVimento 5 Stelle ha un valore. Quella era e quella resta. Ieri, oggi e domani. E non la tradiremo mai".

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