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Bruno Vespa, il retroscena: "Crisi di nervi nel governo, godono Matteo Salvini e Giorgia Meloni"

di Cristina Agostini domenica 15 dicembre 2019

2' di lettura

La "crisi di nervi" nel governo è evidente. Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Nicola Zingaretti, non stanno passando un bel momento, scrive Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno: "Nel Movimento 5 Stelle è evidente il timore che una emorragia di senatori in favore della Lega possa portare alla caduta di Di Maio e a una drammatica resa dei conti". Di Maio "tenta di arginare i malumori interni con una scelta dei 'facilitatori' bene attenta agli equilibri di corrente. Ma gli esclusi hanno il coltello tra i denti". Del resto "un sondaggio di Porta a porta dice che oltre la metà degli italiani ritiene che la legge di bilancio aumenti le tasse, mentre soltanto un quinto è convinto del contrario. Questo accade per l'eccessiva mobilità dei provvedimenti (se annunci una tassa e poi la riduci, alla gente resta in mente la tassa e non la riduzione) e per la crisi di rigetto del pubblico dinanzi alla eccessiva litigiosità nella maggioranza".  Leggi anche: Salvini, parole da premier: "Un tavolo subito, con tutti". Così salva l'Italia (e Conte?) Da parte sua "Matteo Renzi ha visto scivolare verso il 3 per cento i suoi consensi potenziali" a causa di Open, "staccare la spina non è facile, ma sostenere a lungo il governo e attaccarlo ogni giorno rischia di portarlo a ridosso dei consensi di Carlo Calenda", dice ancora il direttore di Porta a porta. E il Pd? Occhio, avvisa Vespa, "il senso di responsabilità può rivelarsi una malattia mortale se al servizio di una causa perdente".  Insomma, conclude Vespa, "tutto sembra giocare in favore del centrodestra, se saprà mondarsi da indecisioni e divisioni. Una competizione personale tra Salvini e Meloni sarebbe devastante. Il pubblico aspetta da loro proposte credibili, al di là delle proteste tipiche del ruolo". E Silvio Berlusconi "deve tenere uniti i suoi a Roma e soprattutto in Calabria dove una faida azzurra potrebbe consegnare al centrosinistra una partita che era vinta tavolino".

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