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Vittorio Feltri su Danilo Toninelli e Roberto Fico: perché il popolo non sopporta i dilettanti allo sbaraglio

di Davide Locano domenica 9 giugno 2019

2' di lettura

Cade o non cade? Per ora barcolla. Mi riferisco al governo dopo che il premier Conte ha detto che ne ha piene le balle delle liti tra il M5S e la Lega, per cui o i due partiti si mettono d' accordo sul da farsi oppure lui si dimette e buona notte al secchio. La verità è che i movimenti in questione non potranno mai andare d'accordo perché ciascuno di essi ha un programma che contrasta con quello dell' altro. La fine della collaborazione è una certezza ignorata solo da chi non ha contezza della realtà. D'altronde Di Maio è un campione mondiale, l'unico capo politico riuscito a dimezzare i consensi nel giro di un anno, passando dal 33 per cento al 17. Nonostante ciò egli è ancora convinto di avere voce in capitolo. E si stupisce che Salvini, avendo raddoppiato in pari tempo i suffragi, pretenda di imporre la propria volontà. Leggi anche: "Il suo record mondiale": Feltri danza sul cadavere politico di Di Maio Davanti a questi dati impressionanti i grillini dovrebbero soltanto alzare bandiera bianca e rassegnarsi alla sconfitta. Invece insistono e sono convinti di ribaltare la situazione, condannando Alberto da Giussano a fare qualche passo indietro. Siamo all'ubriachezza molesta. Ormai i pentastellati sono destinati a diventare una forza residuale e non riusciranno a riprendersi poiché hanno dimostrato di non essere in grado di gestire la cosa pubblica. Mentre il Carroccio, pur coi suoi difetti, non ha disgustato gli elettori, anzi li ha convinti di essere il solo a mantenere gli impegni. Non ci vuole molto a capirlo, basta osservare quali sono le inclinazioni del popolo. Al quale non vanno a genio le sparate insensate di Toninelli, di Fico e vari dilettanti allo sbaraglio, ma gradisce la lotta agli immigrati, la flat tax su ogni reddito, la realizzazione delle grandi opere, tutta roba finalizzata a rilanciare il Paese. Al punto in cui ci troviamo è difficile ipotizzare che l'esecutivo possa proseguire nella sua attività, i due soci sono distanti chilometri l'uno dall'altro e le loro posizioni sono inconciliabili. E non da oggi, bensì da sempre. Il fatto che ora i nodi vengano al pettine non deve stupire: è nella logica della politica. Il problema va risolto da Mattarella cui spetta decidere se sciogliere le Camere oppure se continuare con questa traballante maggioranza, pur sapendo che essa non ha futuro. Indubbiamente esiste un enigma: votare subito o attendere l' autunno? È lo stesso, forse, tuttavia è chiaro che così non si va avanti. di Vittorio Feltri

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