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Fabrizio Cicchitto, la strigliata al governo: "Se la sinistra è viva è tutto merito loro"

di Gino Coala domenica 10 marzo 2019

3' di lettura

Caro direttore, anche in politica il troppo stroppia. Da parte del Movimento 5 Stelle è stato messo in campo una sorta di variante del luddismo (la decrescita felice) sotto forma di demonizzazione della grande industria e delle banche e delle opere pubbliche e di ogni giustizialismo forsennato secondo il quale una parte cospicua di professionisti, commercianti, artigiani, piccoli imprenditori sono dei colpevoli che finora l' hanno fatta franca. Leggi anche: Roberto Speranza e LeU kamikaze: "Cosa offriamo a questo Pd", chi si credono di essere A sua volta Salvini per sfondare al Sud ha ecceduto in un linguaggio truculento e nel recupero di personaggi dell' estrema destra, mentre però non ha dato al Nord produttivo né la Tav né la flat tax perché bloccato dai suoi alleati di governo. La somma di questi due elementi ha rimesso in campo la sinistra, quella tradizionale: l' afflusso di un milione e mezzo di votanti e la vittoria di Zingaretti vogliono dire che riemerge il Pci-Pds-Margherita di 15 anni fa, per di più con il ritorno in campo quali simboli viventi di Prodi e di Veltroni. Inoltre Zingaretti che è un quadro post-comunista di media levatura (il grande vecchio a cui fa riferimento sul terreno politico-culturale è il senatore Bettini che lo ispira ma non si espone) non farà mosse avventate, non seguirà Cacciari nell' operazione tattica apparentemente abile nella sostanza disastrosa di puntare a scollare i grillini ai leghisti per farci un governo insieme perché è consapevole che ciò farebbe infuriare gran parte della base del Pd e ridarebbe a Renzi uno spazio politico. No, Zingaretti farà un' opposizione dura e pura cavalcando tutte le tigri e i tigrotti che gli offrirà una maggioranza divisa e per una parte (quella grillina) insieme estremista e incompetente. CHANCE A METÀ Ciò detto molti problemi rimangono del tutto aperti. Rimane aperto il problema del governo dove Salvini ha spazio libero dai grillini quando fa la voce grossa contro «i negri», ma ha le mani legate quando deve promuovere le infrastrutture e le politiche per l' industria italiana. I problemi sono aperti anche sul piano politico. Il Pd ha qualche chance di ritornare a un come eravamo sia in termini numerici (fra il 20 e il 25%) sia in termini qualitativi (un ritorno dello spirito ulivista), ma ha tutt' altro che risolto il problema di rovesciare gli attuali equilibri politici e di costruire una nuova maggioranza. CONTRADDIZIONI L' ipotesi di un centro riformista potenziale alleato con la sinistra è del tutto scoperta: su questo terreno Renzi è un' autentica incognita anche perché sinora ha giocato malissimo le sue carte. Sull' altro versante ci sono Berlusconi e Forza Italia: riusciranno i nostri eroi a ridare voce e fascino politico ad un centro alternativo ai grillini, ma lontano mille miglia anche dall' attuale versione leghista di Salvini? Esiste certamente la possibilità di un' Europa moderata e riformista, non di un' Europa sovranista. L' Europa sovranista è un controsenso: sovraniste possono essere le singole nazioni chiamando le cose con il loro nome: il sovranismo è la traduzione moderna del nazionalismo, ma il nazionalismo ha prodotto ben due guerre mondiali. In più oggi i singoli Stati europei, Germania compresa, sono dei fuscelli rispetto agli Usa, alla Cina, alla Russia e all' India. Esiste un'"Europa delle nazioni" che ritrovi un' armonia dinamica al suo interno e la capacità di confrontarsi alla pari con chi, in primis Trump e Putin, la vuole divisa e subalterna? Allo stato l' interrogativo è senza risposta. Il nostro augurio è che questa risposta arrivi sulle gambe di nuovi leader e di nuovi soggetti politici. Di tutto ciò allo stato in Italia esistono le contraddizioni, ma non le premesse positive. di Fabrizio Cicchitto

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