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Veneto, lo schiaffo al M5s: ecco che fine fanno le tessere del reddito di cittadinanza

di Davide Locano domenica 19 maggio 2019

4' di lettura

Incassare o fuggire? Paradossi di un Paese dove si implora l' intervento pubblico e poi - constatati gli impegni e i rischi connessi - si fugge via. Capita anche con il reddito di cittadinanza. Sarà perché i 740 euro promessi non si sono materializzati con il primo accredito sulle card già recapitate (circa il 75% del milione di richiedenti). Oppure perché oltre 100mila tra quelli che hanno compilato il modulo e consegnato richieste si sono resi conto di aver diritto solo a importi assai modesti. la grande Fuga? Ieri è scoppiato il caso "Veneto". Il dorso locale del Corriere delle Sera ha rilanciato la rabbia dei cittadini della regione. Claudio Zaccarin, responsabile regionale dei Caf Cgil, sintetizza il sentimento di «vergogna» che porterebbe chi ha fatto domanda, constatato il modesto ammontare nella maggior parte dei casi, a rinunciare. A dirla tutta già nelle settimane scorse Il Messaggero aveva lanciato la grande fuga dal reddito. Focosamente smentito dai Caf. A ribadire il presunto dietro front dal Reddito a 5 stelle è stato, nei giorni scorsi, anche Il Sole 24 Ore che ipotizzava una platea di ben 100mila pentiti. Tanto che all' Inps starebbero predisponendo fretta la procedura per disdire la richiesta. Facoltà neppure contemplata dalla norma originaria. Leggi anche: Di Maio gufa Salvini: farà la fine di Renzi Il presidente dell' Inps, e "mente" dell' operazione, Pasquale Tridico, ostenta insofferenza alla sola ipotesi di qualche rinuncia. E ribatte: «Non mi risulta. Sarebbe davvero ridicolo», taglia corto il professore a margine di un' audizione in commissione Lavoro alla Camera: «Se io le dò 100 euro ma anche 40 che fa lei, li rifiuta? Impossibile», garantisce. Sarà pure come dice Tridico. Però il timore di finire nei guai (fino a 6 anni di carcere), mischiato con l' esiguità delle maggior parte degli assegni e l' obbligo di accettare un impiego, probabilmente sta scoraggiando chi aveva preso il Rdc per un assegno senza rischi. Tanto più dopo il clamore dei primi furbetti pizzicati (a Palermo), a lavorare in nero. O la minaccia esplicita di scatenare la Guardia di Finanza ad accertare patrimonio e reale necessità dei richiedenti. malumore Resta il fatto che il Centro di assistenza fiscale della Cgil Veneto avrebbe constatato anche a livello locale «una certa delusione, perché gli aventi diritto erano convinti di ricevere i 780 euro di massimale sul quale era stata impostata la campagna elettorale del M5S». E invece, spiega l' esperto del sindacato, «le assegnazioni iniziali, erogate a partire dallo scorso 27 aprile, hanno un valore compreso tra 100 e 370 euro, ma ce ne sono anche da 40 e 50 euro. Ma il malumore che Tridico dice di non percepire sembra saltare fuori con l' arrivo delle tessere. Proprio ieri a Prato una donna ha occupato per circa due ore gli uffici locali dell' Inps dopo aver scoperto che l' ammontare dell' assegno mensile per il reddito di cittadinanza era di circa dieci volte inferiore alla cifra che lei si aspettava. E per riportarla a più miti consigli è stato necessario far intervenire una pattuglia della Polizia. «Io non vado via di qua fin che non mi danno 1.000 euro», avrebbe minacciato la donna rivolta ad agenti e impiegati, rifiutandosi di lasciare l' ufficio. L' importo che le è stato accreditato è di 127 euro al mese. Inutile il tentativo dei due funzionari dell' Istituto che le hanno mostrato il modello di calcolo attraverso cui è stata definita la cifra del sussidio mensile. Vane la spiegazioni. Ci sono volute un paio di ore per riportarla alla calma e convincerla a tornare a casa. Lamentele e proteste a parte resta da vedere, quando saranno trascorsi i primi mesi di rodaggio, se il meccanismo del reddito riuscirà ad intercettare le fasce più deboli. camper di strada Tridico ha deciso di mettere su strada (a Roma, Milano, Bologna, Napoli e Palermo), dei camper per incontrare chi non sa neppure di averne diritto. «Molti alla stazione Termini», sintetizza, «hanno diritto al Sia, il Sostegno per l' Inclusione Attiva e non la prendono. Non facciamo lievitare le spese perché sono risorse che lo Stato ha già allocato», ha assicurato il presidente Inps. «Le persone in particolare disagio che non accedono alle prestazioni Inps, perché non le conoscono, sono circa 20mila» ha detto Tridico, quindi si tratta di una spesa di «qualche milione». Secondo l' Istat (2014) le persone senza fissa dimora sarebbero oltre 50.724 (29mila stranieri). Vale a dire tutti quelli che nei mesi di novembre e dicembre 2014 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani. di Antonio Castro

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