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"Quasi quasi divento un camerata". Feltri a valanga: verità definitiva su Salvini e la "moda anti-fascismo"

di Maria Pezzi domenica 19 maggio 2019

3' di lettura

 Dopo oltre settanta anni dalla sua morte, il fascismo continua ad essere alla ribalta benché i fascisti non ci siano più, se si escludono alcuni zombie di CasaPound, che alle elezioni riescono a malapena a raggranellare lo 0,3 per cento. Ennio Flaiano, genio autentico, scrisse che i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti. Ci aveva azzeccato tanto è vero che le camicie nere sono persone da museo delle cere, mentre i loro sfidanti aumentano a dismisura per un semplice motivo: combattere contro un nemico inesistente, scomparso, è poco o per nulla pericoloso. Quando i manganellatori del duce erano numerosi e assai attivi, agivano incontrastati. Oggi che i somministratori di olio di ricino sono vivi soltanto nella memoria offuscata di quattro vecchi rincoglioniti, vengono tirati in ballo ogni dì quasi fossero una minaccia per la democrazia. In pratica i soli fascisti che insidiano le istituzioni e le leggi dello Stato sono proprio gli antifascisti evocati dallo scrittore abruzzese. Non è un caso che l' Italia sia il Paese di Arlecchino servitore di due padroni. Io sono stato socialista lombardiano e non mi sono pentito della mia scelta giovanile, non ho mai aderito alle teorie hitleriane sulla difesa della razza ariana, anche se ho avuto una fidanzata che si chiamava Arianna che votava Dc, per dire quanto fosse scema, tuttavia non nazista. Difatti gli scemi pullulano in qualsiasi settore della politica, e parlo per esperienza. Ora, di fronte all' ondata modaiola dell' antifascismo di maniera, in assenza di avversari, per fortuna defunti per raggiunti limiti di età, mi viene una voglia irrefrenabile di anticonformismo e di iscrivermi al partito finito nella tomba fondato da Benito Mussolini. Per approfondire leggi anche:  Vittorio Feltri, appello a Salvini sul governo Costui mi sta diventando più simpatico e affidabile di un collega, Gad Lerner, il quale pur non avendo perso la sinderesi, dato che non l' ha mai avuta, sostiene che io sia un difensore littorio insieme con altri cronisti, tutti paragonati ad Almirante, Preziosi ed Evola, per citarne tre. Secondo lui nelle nostre polemiche giornalistiche useremmo lo stesso linguaggio e lo stesso stile di coloro che 80 anni fa erano favorevoli allo sterminio degli ebrei e dei negri. Queste sue accuse avallerebbero la ricostituzione del partito fascista, così, tanto per consentirci di rompere i coglioni a quei deficienti che sparano cazzate senza conoscere a chi le indirizzano. Segnalo all' ebreo Lerner che il suo Paese di riferimento, Israele, piantò parecchi anni orsono un albero in mio onore, e in quello di Furio Colombo, nel Giardino dei giusti. Motivo? Pubblicammo un libro allegato all' Europeo intitolato: Perché Israele ha ragione. Ciò non autorizza Gad a darmi del razzista sul Venerdì di Repubblica, ma lo costringebbe a battersi il petto e a chiedere scusa per le bischerate che scrive. Egli ignora i fatti, pertanto è ignorante o cretino. Scelga lui. O non sarà mica fascista dell' ultima ora? Passiamo ad altro. Salvini oggi è in piazza Duomo a Milano per chiudere la campagna elettorale. Ormai lo chiamano federale, un artifizio per squalificarlo. Noi al suo posto faremmo cadere il governo rompendo con i giocondi del M5S. Tanto cadrà lo stesso. Ma se Matteo molla i suoi alleati (o aguzzini), almeno guadagnerà consensi. Auguri. di Vittorio Feltri   

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