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Sergio Mattarella, le tre condizioni poste per un governo: ecco perché rischiamo l'esecutivo degli orrori Pd-M5s

di Cristina Agostini domenica 22 aprile 2018

2' di lettura

Il mandato che Sergio Mattarella ha affidato ad Elisabetta Casellati, presidente del Senato, si basa su tre principi, secondo quanto si mormora al Quirinale. Primo: lealtà all'Alleanza atlantica senza subalternità agli Stati Uniti. Secondo: combattere le diseguaglianze economiche e lotta alla povertà. Infine, fedele rispetto dei parametri di bilancio europei. Leggi anche: Casellati al Colle, Berlusconi ha un piano diabolico. Bomba-centrodestra: "Perché vuole che lei fallisca" Ergo, riporta in un retroscena Dagospia, soltanto chi saprà onorare questi tre punti del Colle potrà andare a Palazzo Chigi e soltanto dopo una riforma della legge elettorale potrà portare nuovamente l'Italia al voto. E visto che Matteo Salvini con la sua ultima uscita - "Se vinciamo in Molise facciamo il governo in 15 giorni" - non va a genio al presidente esattamente come non gli piace Luigi Di Maio, "colpevole" di troppe giravolte, Mattarella avrebbe solo l'intenzione di prendere tempo. Per questo ha affidato l'incarico alla Casellati: perché non porterà ad alcun risultato. E perché così, magari, si arriverà a un governo del presidente - ci sarebbe già il nome di un “giovane” consigliere di Stato - nel quale a questo punto rientrerebbe il Pd. Il legittimo sospetto, dunque, è che il vero piano del Colle sia quello di formare un governo che non escluda i democratici, quei democratici di cui Salvini non vuole sentire parlare. E se la strada dell'esecutivo del presidente (che a quel punto dovrebbe per forza comprendere oltre al Pd il M5s e Forza Italia, ad oggi totalmente incompatibili), pare assai difficile da percorrere, per esclusione, sul tappeto resta l'opzione Pd-M5s. Un'opzione, quest'ultima, che Di Maio non ha mai escluso. Anzi, l'evoluzione politica delle ultime ore - "A breve chiuderò uno dei due forni", quello in cui "cuoce" Salvini - fa pensare che il governo grillini-Pd possa essere l'unica soluzione possibile, certo con una figura terza come premier (sul punto Di Maio farà un passo indietro?). E soprattutto, i tre "paletti" di Mattarella di cui vi abbiamo dato conto all'inizio dell'articolo sono assai simili alle tre proposte avanzate giovedì da Maurizio Martina, il segretario reggente, e da molti interpretate come una sostanziale apertura al M5s. Una serie di ottime - e spaventose - ragioni che rendono il quadro più chiaro: Mattarella "tifa" Pd-M5s.

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