Come l'uovo e la gallina: Arezzo volta le spalle al Pd perché Maria Elena Boschi si candida altrove o la Boschi si candida altrove perché nel "suo" collegio tira aria di imboscata? Una cosa è certa: la sottosegretaria non è più profeta in patria. Leggi anche: Chi è il candidato Pd che insultava la Boschi sulle banche Non è solo per colpa del sindaco di centrodestra, Alessandro Ghinelli, che ha deciso di denunciare la Boschi dopo lo scandalo Banca Etruria: "Lei e la sua famiglia hanno provocato danni di immagine internazionale, Arezzo è la città martire della loro disfatta". Il guaio è che sono gli stessi elettori di centrosinistra, come riporta La Stampa, a voler dare una lezione al Partito democratico colpevole di avere difeso a spada tratta la "Signora di Laterina". D'altronde in Toscana il trend anti-renziano è chiaro da tempo, con le sconfitte clamorose alle Comunali non solo ad Arezzo ma anche a Grosseto, Livorno, Carrara, Pistoia. L'ex sindaco di Cortona Tito Barbini spiega il peccato originale: "Ad Arezzo la sinistra ha quasi sempre governato, ma non le è mai stato consentito di avvicinarsi a Banca Etruria, guidata da ambienti cattolici e massonici. Ad Etruria, gli aretini erano legati da affetto sincero: era un'istituzione alla quale si dava fiducia incondizionata. Ora quella fiducia è stata tradita. E anche se Renzi e Boschi non hanno responsabilità dirette, che sono di una intera classe dirigente, un effetto-Boschi sarà inevitabile: questa vicenda è destinata a pesare sul Pd". Secondo un anti-renziano Doc come Giovanni Donzelli, capolista di Fratelli d'Italia, "in città è in atto un processo interessante: pezzi di potere vicini al centro-sinistra, professioni, famiglie, istituzioni stanno riservatamente cercando un'interlocuzione con il centrodestra". L'"auto-esilio" della Boschi a Bolzano e i paracadutati renziani (da Bonifazi ad Alessia Rotta) non aiutano a far riguadagnare fiducia e potrebbe non bastare il solo aretino in lista, Marco Donati.