Il candidato c'è, ora serve un mezzo miracolo. E quel miracolo si chiama Silvio Berlusconi. Perché secondo i sondaggisti Stefano Parisi è un candidato governatore "rassicurante", "preparato" ed esperto, insomma il nome giusto per il centrodestra. Ma l'aver perso settimane preziose alla ricerca della quadra obbliga il manager e tutto il centrodestra a una difficilissima rincorsa in campagna elettorale. E l'elemento di disturbo è un altro: l'avversario per Parisi non rischiano di essere Pd e Movimento 5 Stelle, ma il "nemico interno" Sergio Pirozzi. Il sindaco di Amatrice, sostenuto da Casapound, pescherà voti preziosissimi nello stesso bacino elettorale, e lo sgambetto è dietro l'angolo. Per approfondire leggi anche: Pirozzi e Casapound, questi fanno il botto Il Tempo ha consultato tre sondaggisti, Klaus Davi, Roberto Weber di Swg e Carlo Buttaroni di Tecné, e la loro opinione è unanime: "Uniti si vince", divisi probabilmente no. Pirozzi, spiega Weber, "parla alla pancia" ma proprio per questo "se va da solo prenderà come uno che va da solo. Arriverà fino ad un certo punto, senza andare oltre". Il problema, allora, è tutto per Parisi che è quello che ha più da perdere. "Ormai manca davvero poco al 4 marzo - sottolinea Davi -, tutti gli altri candidati sono partiti da tempo con la campagna elettorale. Parisi dovrà percorrere il Lazio in lungo e in largo, e com'è noto il territorio è vario e complesso". "Servirebbe un endorsement molto forte da parte di Berlusconi, sicuramente Parisi potrebbe trarne enorme vantaggio". "È tutto molto difficile - conclude Buttaroni - ma il centrodestra ha un consenso alto e l'esperienza insegna che fin quando non sono chiuse le urne, tutto è ancora possibile". Finché c'è Silvio c'è speranza.