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Minniti 3, Resto del mondo 0: perché il ministro piace a Libero e non alla sinistra

di Giulio Bucchi domenica 20 agosto 2017

3' di lettura

Marco Minniti 3 - Resto del Mondo 0. Dove nella squadra del resto del mondo militano l' Europa, le organizzazioni non governative, la restante parte del governo italiano, la sinistra, la Boldrini e i suoi amici, i trafficanti di clandestini e altra umanità. Con il suo codice, il ministro dell' Interno ha ridotto in maniera decisiva gli sbarchi e assestato un colpo durissimo ai mercanti di schiavi e ai loro collaboratori, le navi delle ong, che adesso annunciano con piglio ricattatorio la sospensione delle operazioni di salvataggio in mare. Poco danno, visto che già oggi il rapporto tra le vite salvate dalle guardie costiere italiana e libica è di dieci a uno rispetto a quelle salvate dalle navi umanitarie. È bastato imporre alle ong il divieto di entrare nelle acque libiche e di intrattenere rapporti con gli scafisti per farle desistere. Il che dimostra: 1) che le suddette organizzazioni facevano servizio taxi e non soccorso marittimo, raccogliendo i migranti appena questi prendevano il mare e prima che si trovassero in difficoltà 2) che davvero c' è una linea rossa tra loro e chi fa partire i gommoni 3) che anche per i marinai umanitari l' immigrazione è un affare esattamente come per gli scafisti, visto che con la scusa di svolgere un lavoro indispensabile raccoglievano fondi da tutti i beoti del mondo, soldi facili che poi si spartivano assegnandosi stipendi invidiabili. Tant' è che ora che il lavoro, da svolgersi in mare aperto, 70 miglia al largo delle coste libiche diventa difficile, rinunciano a farlo. Se si pensa che, per arrivare a questo, Minniti ha dovuto disertare il consiglio dei ministri e minacciare le dimissioni, si capisce la qualità di chi ci governa; che ora, se avesse coerenza e dignità, farebbe un passo indietro. Ma basta politica. Usiamo ancora poche righe per ringraziare il ministro e tesserne l' elogio. Lo so, è di sinistra, è perfino un ex comunista dalemiano, ma nessuno è perfetto, e poi ha avuto la forza di usare metodi che altri hanno definito fascisti per risolvere il problema. In fondo, che sia di destra o di sinistra, a noi non importa nulla, è un duro e ci interessa che abbia tamponato - fino a quando non si sa, ma almeno per ora godiamo - un' emergenza nazionale con cocciutaggine, temperamento, coraggio e patriottismo. L' ha fatto solo contro tutti, all' inizio anche contro la nostra perplessità, affrontando una sfida che lui stesso ci confidò di ritenere «quasi impossibile». I buonisti accusano Minniti di aver agito non per risolvere un' emergenza che stava travolgendo l' Italia ma per interesse personale, in quanto aspirerebbe a diventare premier. In tal caso i suoi nemici possono stare tranquilli, il fatto di aver risolto un problema enorme esclude automaticamente il ministro dell' Interno dalla corsa. Non penserete mica che l' Europa, Renzi, le banche, i poteri forti e i profughi vari della nostra politica accettino che a Palazzo Chigi vada uno più bravo, efficiente e risoluto di loro? Non siate ingenui, anche Minniti sa che avendo fatto qualcosa per gli italiani si è rovinato la carriera. di Pietro Senaldi

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