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Pietrangelo Buttafuoco: "Lo spazio a destra è vuoto, Matteo Salvini costruisce un progetto chiaro"

di Giulio Bucchi domenica 23 novembre 2014

2' di lettura

FdI, Salvini, Forza Italia, Alfano: si andasse a votare domani la vecchia "Casa della Libertà" e il suo figlioccio, il bipolarissimo "polo di centro destra", apparirebbero ad un potenziale elettore come una famiglia di diseredati politici. Chi votare? Non sta a noi dirlo, né suggerire nomi e sigle. Possiamo, invece, domandare a Pietrangelo Buttafuoco cosa lo incuriosisca del percorso della Lega di Matteo Salvini e perché, secondo lui, la destra dovrebbe puntare sul "verde" per rilanciarsi.  Perché puntare su Salvini per rilanciare la destra?  "Lo spazio a destra è un vuoto e Matteo Salvini, l'unico a far politica rispetto a tutto quel deserto, sta costruendo un progetto chiaro: allearsi con la realtà, adottarne il linguaggio, per dissipare i fumi alcolici di un'ebbrezza. Quelli dell'illusione renziana, una sorta di ammazza-caffè dopo la sbornia berlusconiana".  Fino allo scorso agosto si spendeva il nome di Flavio Tosi quale possibile leader del centro destra. Cosa è cambiato da allora?  "E' solo un problema di velocità. Chi primo arriva nello spazio vuoto della destra lì riesce a costruire un progetto. E' comunque un bene che ci sia rivalità tra Tosi e Salvini. E' un segno di vitalità e archivia l'unanimismo che per un ventennio ha ridotto il berlusconismo a un destino di un uomo solo. Il grave errore di un leader qual è Silvio Berlusconi, comunque un vero protagonista, è stato nel declamare sempre l'io e mai un noi. La capacità di costruire il noi è il fondamento della politica".  Quali differenze intravede fra i due leader leghisti?  "Uno è più veloce. L'altro, Tosi, è stato un po' troppo attendista. E comunque il sindaco di Verona ha un vantaggio. Ha dimostrato di saper essere un bravo amministratore. Salvini, che è un ottimo performer nella costruzione del consenso, deve ancora mettersi alla prova con la macchina dello Stato".  "Front National italiano": un progetto possibile?  "No. In Italia c'è solo una strada: dare alla stragrande maggioranza degli italiani che non sono di sinistra una rappresentanza politica. Qualcosa che non c'è mai stato. Il Front National, in Italia, secondo lo schema che corre nei riflessi condizionati di tanti, diventerebbe una sorta di radicalismo novecentesco tutto slogan e zero futuro. C'è poi una devastante differenza rispetto alla Francia. L'Italia ha perso la guerra, i patrioti di Parigi no".  E chi potrebbero essere, a suo avviso, i potenziali interlocutori?  "Svuotare i consensi del grillismo, politicamente sterile per come s'è rivelato il pur geniale comico". di Marco Petrelli  @marco_petrelli

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