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Giorgio Napolitano, perché se ne andrà alla fine dell'anno

di Lucia Esposito domenica 9 novembre 2014

2' di lettura

Da mesi Giorgio Napolitano ripete agli amici e ai collaboratori più stretti che ha intenzione di lasciare il Colle. La novità, riportata dal quotidiano Repubblica, è che adesso avrebbe in mente anche una data: le fine dell'anno. Il motivo principale è la stanchezza, il numero eccessivi di impegni che la sua carica richiede per un uomo che nel mese di giugno compirà novant'anni.  Quando il presidente della Repubblica ha accettato il suo secondo incarico, aveva precisato che assumeva quell'impegno per senso di responsabilità ma era già scettico sulla possibilità di portare a termine il mandato. Gli impegni da qui alla fine dell'anno -  Pare inoltre che, nonostante sia rimasto soddisfatto dell'interrogatorio come testimone che si è svolto le scorse settimane al Quirinale, davanti ai giudici e agli avvocati, Napolitano sia rimasto molto ferita dall'intera vicenda. Finora - come fa riflettere Repubblica - Napolitano ha rispettato tutti gli impegni con puntualità, sia quelli interni che quelli internazionali ma sta diradando l'agenda se si tratta di lasciare il Colle. Il 17 novembre sarà a Milano alla Bocconi per celebrare il vent'anni della morte di Giovanni Spadolini e poi due appuntamenti europei e infine il messaggio di fine anno. L'ultimo dopo nove pronunciati a partire dal 2006. Renzi vorrebbe che Napolitano si fermasse al Colle almeno fino al termine di Expo 2015, tra un anno.  Vota il sondaggio: Secondo voi chi andrà al Quirinale dopo Giorgio Napolitano? Il successore - Ovviamente Napolitano avrebbe voluto legare la fine dal suo mandato alle riforme istituzionali, alla legge elettorali. Avrebbe voluto riformare il sistema bicamerale, la riforma della pubblica amministrazione, della giustizia e altro. Tra un impasse e l'altro, tra le discussioni, e i rinvia la riforma della legge elettorale non è ancora pronta. Ma Napolitano adesso non intende più sottostare ai tempi dei partiti. Non vuole farsi condizionare: lascerà anche senza riforma della legge ritenendo che il Parlamento debba essere in grado di eleggere il suo successore. Certo lui non ha intenzione di indire elezioni anticipate né scioglierà le Camere. E' ovvio che l'elezione del Presidente della Repubblica sarà un osservatorio, quasi la prova del nove per capire dove andrà la prossima legislatura. Ieri sul Corriere della Sera Luigi di Maio aveva detto che avrebbe deciso col Pd anche la scelta del successore di Napolitano. 

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