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Ncd, rabbia contro Verdini e Forza Italia: l'idea di una coalizione con Mauro, Casini e...

di Giulio Bucchi domenica 26 gennaio 2014

2' di lettura

"Verdini ha voluto fregarci". Questo giudizio stizzito di un anonimo ministro del Nuovo Centrodestra riassume perfettamente l'umore che si respira tra gli alfaniani riguardo a Forza Italia e a quella soglia di sbarramento al 5% per i singoli partiti in coalizione inserita nella nuova legge elettorale. Il pressing del coordinatore azzurro Denis Verdini, braccio destro di Silvio Berlusconi, sul segretario del Pd Matteo Renzi ha avuto fortuna: l'Italicum penalizza decisamente i partiti piccoli e piccolissimi, ponendo come barriera il 5% nel caso corrano in coalizione e l'8% per chi corre da solo. In quest'ottica, Ncd è a rischio perché i numeri spingeranno il partito di Angelino Alfano a coalizzarsi con altri movimenti: Forza Italia, da un lato, darebbe discrete garanzie di elezione ma costringerebbe il vicepremier a tornare all'ovile "con il cappello in mano", anche se il giudizio diffuso nel Nuovo Centrodestra è che anche in ottica ballottaggio a Berlusconi i voti dei fuoriusciti dal Pdl faranno comodo, eccome. La seconda opzione è una coalizione con i centristi, che presenta però un altro rischio: lo sbarramento per le alleanze è al 12%, e stando agli ultimi sondaggi è un risultato non così scontato viste le percentuali irrisorie dei movimenti guidati da Pierferdinando Casini e Mario Mauro. Il dato positivo, viceversa, è che se Alfano e i suoi supereranno il 5% (plausibile, stando alle rilevazioni), la coalizione arriva al 12% e né Casini né Mauro sfonderanno il 5%, sarà Ncd a fare il pieno di seggi.  Un centrodestra senza Berlusconi - Una tentazione, questa, che ispira la fantasia degli alfaniani. Di sicuro, se ne riparlerà alle elezioni politiche, magari nel 2015. Perché alle europee a maggio Ncd ha tutta l'intenzione di correre da sola, per "testare il marchio" e rafforzare la propria identità di partito autonomo. E così mentre Mario Monti e quel che resta del suo partito andranno con i liberali di Fare e con il nuovo progetto di Oscar Giannino, e Mauro ci proverà con un raggruppamento "popolare", Alfano tenterà di mostrare subito i muscoli, per avere anche più voce in capitolo in un eventuale governo "Letta bis". I giochi veri cominceranno dopo l'estate, quando inevitabilmente si ritornerà in campagna elettorale, quella "vera". E lì occhio alle piccole e grandi vendette. Secondo Repubblica, gli alfaniani sono sicuri che Verdini ha irritato e tanto anche gli altri "partitini", da Fratelli d'Italia alla Lega Nord. Ecco perché l'ipotesi (fantascientifica) è quella di un nuovo centrodestra (iniziale minuscole, inteso come coalizione) che parta da Ncd, Mauro e Casini e arrivi fino a Lega, Meloni, La Russa e Crosetto. Senza Forza Italia, perché in pochi tra gli alfaniani vogliono "tornare tra le braccia di Berlusconi". Almeno per ora.

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