Dopo un lungo tira e molla e l'ultimo rinvio della vigilia, si è consumato l'incontro tra il leader e il primo dei dissidenti di Forza Italia, tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto. Il faccia a faccia si è tenuto a Palazzo Grazioli. Ma un'ora di chiacchierata, raccontano, non è servita a sciogliere i nodi. Certo, c'è stato un parziale disgelo tra il Cav e l'ex governatore pugliese dopo il lungo braccio di ferro, ma nessuno dei due si sarebbe avvicinato alla posizione dell'altro. Insomma, su Matteo Renzi l'accordo non c'è. Per Berlusconi le riforme restano da votare mentre per Fitto la decisione è quella errata. "Riforme? Farle bene" - Nonostante le frizioni, Fitto lasciando via del Plebiscito si è detto "soddisfatto", "è stato un incontro positivo", e quindi ha confermato la necessità di approfondire "la discussione sul merito delle riforme", senza "tempi stretti e aggressioni, perché non stiamo votando un decreto legge". L'eurodeputato azzurro non cambia la linea neppure sull'ipotesi di federare i moderati con tutte le forze alternative alla sinistra renziana: "Il percorso di rilancio del centrodestra - spiega - è lungo e complesso, sia sui contenuti, che sugli strumenti di selezione della classe dirigente. Di questo abbiamo iniziato a parlare con il presidente Berlusconi, ma è evidente che non sono temi risolvibili in un colloquio". Successivamente, sul suo blog, Fitto ha chiosato: "Nessuno ha mai messo in discussione che le riforme vadano fatte, ma vanno fatte bene".