Il Pd alla Camera ha un vero esercito di dipendenti: ben 124, e di questi 3 sono dirigenti, 34 funzionari, 83 impiegati, 4 giornalisti. La cifra è davvero consistente, se messa a confronto con il numero medio di dipendenti del gruppo Pdl-Forza Italia (che nel 2013 aveva dentro anche gli attuali deputati Ncd), che era di 39 (10 a tempo indeterminato e 29 a tempo determinato) o con i 32 dipendenti del gruppo Movimento 5 stelle (di cui 4 funzionari). Il Pd è riuscito a incrementare l’assumificio cui già istituzionalmente la Camera obbliga i gruppi parlamentari. Perché all’inizio della legislatura ogni gruppo si trova di fronte due elenchi di dipendenti dei gruppi della precedente legislatura. Il primo, detto Allegato A, contiene l’elenco dei dipendenti a tempo indeterminato, il secondo - Allegato B- quelli a tempo determinato. La Camera decide di assegnare sulla base degli eletti un contributo ad ogni gruppo, e la cifra non è da poco: fa in tutto più di 30 milioni di euro ogni anno. Ma obbliga i partiti ad usare il 25% di questa somma per assumere gente che già appartenga a quegli elenchi: in proporzione alla consistenza del gruppo tot assunti da un allegato, e tot dall’altro. Se non si rispetta questa condizione, viene tagliato il contributo al gruppo di circa 65 mila euro per le mancate assunzioni a tempo indeterminato e di 43 mila euro per le mancate assunzioni a tempo determinato. Di solito quindi i vari partiti stanno zitti e si prendono tutte le assunzioni imposte. Siccome l’usanza va avanti dalla prima Repubblica, si allunga così la permanenza a Montecitorio di collaboratori o portaborse di fiducia di vecchi capataz della Dc, del Psi, o del Pci. Il partito meno nuovo che c’è è il Pd che già fu Ds, Pds e Pci e che quindi può prendere gente ben nota ai suoi parlamentari da quegli elenchi, e lo fa perfino in abbondanza. Qualcun altro storce il naso. Ad esempio i 5 stelle che non si fidano di nessuno, hanno rifiutato gran parte delle assunzioni imposte da Laura Boldrini, selezionandone solo qualcuna in base al curriuclum. E così si sono visti tagliare il contributo al proprio gruppo, come penalità. Quei soldi finiscono a chi si prende le assunzioni senza banfare. La regola è dei vertici della Camera che così aggiungono personale di fatto con contratti pluriennali alle certo non scarse truppe che già figurano negli elenchi di Montecitorio. A pagare naturalmente sono i contribuenti, non i partiti, perchè quei soldi che vengono consegnati loro per l’assumificio provengono dalla dotazione annuale che la Camera attinge dal ministero dell’Economia, prendendo quei fondi (circa un miliardo di euro l'anno) dalle tasse degli italiani. Personale a parte, nei bilanci 2013 dei gruppi parlamentari c’è poco altro. Quello del Pd si distingue dagli altri per svelare un piccolo segreto finora gelosamente custodito. Quelle auto blu ufficialmente tolte alla casta dei parlamentari, ricompaiono a disposizione degli uffici di presidenza del gruppo parlamentare guidato da Roberto Speranza. Viene evidenziato infatti un costo di 24.237 euro l’anno per «contratti Full rent per due autovetture utilizzate dalla Presidenza. La durata dei contratti è di 36 mesi». Sempre nel bilancio del Pd emerge un altro particolare proprio sul personale: spesso viene distaccato per fare altro. Pace per i 10 dipendenti assegnati agli staff di chi ha incarichi in uffici di presidenza della Camera. Ma ce ce ne sono 3 girati agli staff del governo, uno girato alla Regione Lazio e due «presso soggetti privati» non meglio indicati. Dal bilancio del gruppo Pdl-Forza Italia per Berlusconi arriva la notizia invece di un contratto annuo stipulato con Vodafone per la gestione della propria comunicazione infragruppo: attraverso una società controllata ha creato un server di comunicazione fra deputati azzurri, sia per fare circolare le famose slides di Renato Brunetta, sia per mettere a disposizione Intranet gli emendamenti alle varie leggi. Il costo in bilancio è di 57.8690 euro. di Fosca Bincher
