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La prima lite tra Boschi e Renzi. Il retroscena della telefonata di fuoco

di Giovanni Ruggiero domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

Con tutta la carne al fuoco che Matteo Renzi ha piazzato in Parlamento e con tutte le tensioni, dentro e fuori la maggioranza, che ogni iniziativa del governo ha fatto venire a galla, doveva succedere prima o poi che i nervi saltassero anche dentro il governo. Lo scenario si fa più complesso quando in ballo ci sono personalità poco inclini a farsi irregimentare, da una parte lo stesso premier Matteo Renzi, che con il disegno di legge sulle unioni civili si è ritrovato pezzi di maggioranza e Vescovi sul piede di guerra, ma dall'altra Maria Elena Boschi, che su quel punto si era spesa fino a farle dire che sarebbe stato approvato anche con una maggioranza fatta con Sel e Movimento Cinquestelle. I malumori intestini però stavano per diventare veri e propri mal di pancia per Renzi che, come riporta il Fatto quotidiano, si è visto costretto a richiamare la Boschi con una telefonata che il quotidiano di Marco Travaglio descrive come "rabbiosa" attraverso la quale il premier ha dovuto spiegare che la strategia del Pd sulle unioni civili sarebbe dovuta essere diversa da quella scelta dal ministro. L'impegno - Ricorda il Fatto come Renzi si fosse anche impegnato ad annunciare l'approvazione della legge già a luglio scorso, ma è stata la Boschi a fare da testimonial, a lavorare in prima linea per recuperare voto dopo voto i parlamentari della minoranza Pd, non poco stizziti dopo la prova di forza della riforma del Senato. Secondo il Fatto le posizioni che la Boschi sta prendendo su ogni fronte stanno acquisendo un peso sempre più importante. Proprio lei che è stata scelta come testimonial delle iniziative più spinose per il governo, ora può vantare una visibilità che solo il Presidente del Consiglio riesce ancora ad avere. La cerchia - La telefonata quindi avrebbe avuto anche una funzione di contenimento, un modo per riequilibrare i pesi all'interno della cerchia dei collaboratori del premier ed evitare che le ambizioni di ognuno degenerino in invidie e colpi bassi. Sarà per questo, aggiunge il Fatto, che Filippo Sensi, lo spin doctor del premier, abbia colto l'occasione per dare luce anche al sottosegretario Luca Lotti, sempre più il Gianni Letta dell'attuale governo, che tanto si è impegnato per tenere in piedi la maggioranza durante il Ddl Boschi.

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