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Legge di stabilità, i dubbi sui conti di Quirinale e Unione europea. Al Senato Calderoli salta il trappolone per Renzi

di Giulio Bucchi domenica 26 ottobre 2014

2' di lettura

La legge di stabilità di Matteo Renzi è finita in una stretta mortale. Da una parte il Quirinale, con i dubbi sulla copertura finanziaria della manovra. Dall'altra il possibile stop della Commissione Ue guidata dal falco Katainen e dal presidente uscente José Manuel Barroso, che preannunciano una richiesta di chiarimenti nella lettera attesa per oggi, mercoledì 22 ottobre. Del resto, manca ancora la "bollinatura" della Ragioneria dello Stato come ha sottolineato lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo il faccia a faccia con il premier di martedì pomeriggio. In ballo, soprattutto sul fronte europeo, c'è il mancato aggiustamento strutturale del deficit, ridotto appena dello 0,1% nel progetto del governo. Si tratta di 1,6 miliardi, ma c'è un tesoretto di 3,5 miliardi che Renzi non vorrebbe usare per il deficit ma, semmai, per la riduzione delle tasse in corso d'opera. E invece, è il timore di Palazzo Chigi, la Commissione Ue proverà a forzare la mano. Secondo i mediatori con Bruxelles, potrebbe arrivare la richiesta di portare la riduzione del deficit intorno allo 0,6%, troppo per l'esecutivo che mira al massimo ad alzare l'asticella allo 0,35 per cento. Calderoli, trappolone al Senato - Nel frattempo, però, qualcuno ha teso trappole in Parlamento, dove prima della nuova colazione di lavoro con Napolitano Renzi ha riferito a Palazzo Madama in vista del summit Ue di domani e venerdì. Il leghista Roberto Calderoli aveva minacciato il voto segreto su una propria risoluzione, puntando sui margini risicati della maggioranza e sulle spaccature nella sinistra, con un Pd diviso sulla finanziaria e la minoranza rossa sempre più attratto dalle barricate annunciate da sindacati e Regioni. Insidia sventata dallo stesso governo, che ha preferito accogliere la risoluzione del leghista e le altre sei presentate. Alla fine 152 sì, 107 no e 4 astenuti: passa dunque la linea del governo alla vigilia del summit Ue.

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