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Roberto Giachetti furioso: Bray non ha votato la fiducia. Alle urne fra sei mesi

di Francesco Rigoni venerdì 31 ottobre 2014

2' di lettura

Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e renziano della primissima ora, sembrava furioso lunedì pomeriggio al termine della seduta di Montecitorio. Ce l’aveva con il suo partito, il Pd, e soprattutto con l’anima perdonista che concederebbe troppo a quei discoli della minoranza. “Possibile che esponenti del partito vadano al corteo della Cgil a gridare slogan contro il governo del Pd?”, si chiedeva. Ma nel mirino di Giachetti c’era anche l’ex ministro dei Beni culturali, Massimo Bray. “L’altro giorno era qui in Transatlantico durante il voto di fiducia al governo”, racconta Giachetti, “poi però dai tabulati sul voto di fiducia il suo nome non risultava. Bray era qui e non ha votato la fiducia pare perchè non avevano accolto suoi emendamenti sui beni culturali. E non accade nulla per questo… Allora se va bene tutto, quando arriva qui la responsabilità civile dei giudici faccio anche io come mi pare, quale che sia la linea del Pd…”. Scissione - Secondo Giachetti con tanta confiusione non è improbabile e nemmeno così nefasta una scissione del Pd. “Vediamo cosa accade quando fra sei mesi si tornerà alle urne”, vaticina lui. Provo ad obiettare: “ma la scissione ha un senso se la minoranza potesse andare alle urne con l’attuale Consultellum, perchè potrebbero conservarsi il posto in Parlamento. Con l’Italicum sarebbe un suicidio, non farebbero la soglia…”. Giachetti ha una risposta anche per questo: “Non è vero, se si mettono tutti insieme, Sel compreso, magari con un leader riconoscibile come Maurizio Landini, secondo me possono superare il 6 per cento. Vuoi che non ci sia uno spazio così a sinistra?”. Ah, tutti insieme, con Landini, il sindacalista amico di Matteo Renzi. Grande operazione: il premier dopo essersi scelto l’opposizione amichevole a destra, se la costruisce anche a sinistra. Così può dominare tre quarti dell’arco costituzionale… Chissà, un giorno si sceglierà anche un leader di comodo per i 5 stelle… di Franco Bechis (tratto da limbeccata.it)

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