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Bruno Vespa e il suo commento sul governo Renzi: "La minoranza dem lo vuole far fuori, ma lui meglio di altri"

di Virzì Giulia domenica 30 agosto 2015

2' di lettura

Il resoconto che non ti aspetti. Oggi sulle pagine del Quotidiano nazionale è apparso un editoriale di Bruno Vespa in cui quasi elogia la situazione politica determinata dal governo Renzi. Partendo dalla ormai famigerata minoranza dem, che non desidera altro che vedere lo scalpo di Renzi fra le sue mani; scrive infatti Vespa: "La minoranza del Pd non vuole modificare questa o quella legge. Vuole cacciare Renzi dalla segreteria del partito e da palazzo Chigi. Lo considera un intruso, un incidente di percorso nel lungo cammino della sinistra italiana. Prima se ne va, meglio è". Questo, e nient'altro, significherebbe la stoccata firmata D'Alema nei confronti del premier alla Festa dell'Unità. Massimo D'Alema che sarebbe il vero O Captain! My Captain! della compagine di democratici che osteggia da dentro l'agire di Renzi. Punto per punto - Dopo aver fatto luce dunque sulle responsabilità, Bruno Vespa prosegue: "La politica di Renzi sta frantumando alcuni tabù sui quali - prima per convinzione, poi per timore - la nomenklatura storica del partito non ha mai messo mano". L'attuale premier avrebbe quindi avuto il coraggio di spingersi dove nessun'altro prima aveva osato, semplificando i vincoli sull'accesso al lavoro e ridimensionando brutalmente il ruolo dei sindacati. "Renzi ha pagato cara col suo elettorato la riforma della scuola, eppure soltanto strutture efficienti, ben dirette e intelligentemente competitive possono moltiplicare le nostre eccellenze latenti. Altro fumo negli occhi della sinistra (politica e intellettuale) il silenzio assenso delle amministrazioni che se non sarà anestetizzato dai vincoli dell'autotutela (un modo per gettare dalla finestra la riforma entrata dalla porta) potrà davvero trasformare l'Italia. Infine, l'abolizione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa. Un tentativo di dare all'82 per cento di italiani proprietari di casa qualche centinaio di euro da spendere, ma troppo berlusconiana per non essere indigesta". Dunque il Bruno più famoso della televisione italiana non dimentica niente, passa in rassegna i punti salienti (fino ad adesso) della politica renziana. E conclude il suo intervento con queste parole: "Il Jobs Act ha trasformato i contratti a scadenza in contratti a tempo indeterminato. Ma il numero degli occupati non cresce e i consumi interni sono ancora troppo lenti. La sua scommessa è di dimostrare con i fatti che la sua ricetta è giusta. In quel caso, se sarà il gatto bianco ad acchiappare il topo invece del gatto rosso, anche i suoi nemici interni dovranno farsene una ragione". Vince chi miagola più forte e più a lungo.

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