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Ecco chi è Linda Lanzillotta, la montiana che tradisce il Prof per salvare Berlusconi

Il suo parere contrario per la costituzione come parte civile del Senato nel caso sulla compravendita di Senatori è stato decisivo. Ora Linda strizza l'occhio a Silvio e Casini
di Ignazio Stagno domenica 9 febbraio 2014

2' di lettura

Con dieci voti contrari e otto a favore il Consiglio di Presidenza ha dato parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori. Ora il presidente Grasso si è riservato di decidere. "La riunione aveva carattere consultivo - hanno spiegato alcuni dei partecipanti - e non c’è stato un voto". Si sono pronunciati contro Forza Italia, Nuovo centrodestra, Lega Nord e Gal. A favore si sono invece schierati i democrat, il Sel, i Cinque Stelle e il senatore Hans Berger del gruppo Autonomie. Linda Lanzillotta di Scelta civica e di Antonio De Poli dei Popolari per l’Italia hanno, quindi, determinato la maggioranza di dieci contrari e otto favorevoli. La Lanzillotta dunque ancora una volta è l'ago della bilancia nel destino di Silvio. Già nel caso della decadenza di Berlusconi la montiana aveva cercato di smarcarsi dal Prof sostenendo il voto a scrutino segreto. Poi le cose andarono in maniera diversa e così la Lanzillotta col voto palese si è accodata al Pd e M5s votando a favore della decadenza di Berlusconi. Ma a quanto pare ormai la Lanzillotta è in rotta di collisione con Monti. Dopo il rientro di Casini nel centrodestra probabilmente anche lei potrebbe entrare nella coalizone di Silvio.  Chi è la Lanzillotta - Lei prima di arrivare alla corte del Prof ha girovagato nei meandri della politica italiana. Da giovanissima era militante del gruppo filo-maosta dell'Unione dei Comunisti Italiani poi si è imborghesita ed ha vestito i panni della parlamentare socialista. Non contenta ha aderito alla Margherita ed è stata di nuovo eletta alla Camera e premiata da Romano Prodi con un ministero: Affari regionali e autonomie locali. Nel 2009 ha voltato le spalle al Pd ed ha seguito Francesco Rutelli in Alleanza per l'Italia. Dopo il caos nato dall'affaire Lusi si è lavata le mani ed ha abbandonato anche Rutelli. Era tranquilla perché sapeva di poter contare su una nuova scialuppa di salvataggio guidata da Monti.     

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