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Dazi, Luigi Di Maio e la gaffe con Mike Pompeo: lo chiama "segretario Ross"

di Davide Locano sabato 5 ottobre 2019
2' di lettura

Ecco in che mani siamo. Quelle di Luigi Di Maio. Si parla della conferenza stampa che ha tenuto in veste di ministro degli Esteri al termine del delicatissimo incontro con Mike Pompeo, segretario di Stato Usa, tema all'ordine del giorno i dazi introdotti da Washington. Di Maio ha affermato: "I dazi ci preoccupano perché abbiamo imprese che vivono di export. Stiamo lavorando per esportare prodotti e tenere qui gli stabilimenti". E ancora: "In un momento in cui l’economia rallenta, le nostre imprese devono avere certezze e noi non faremo sconti nel difendere le imprese italiane con tutte le nostre forze". Questione decisiva, in una giornata in cui dal Wto è arrivato l'ok ai dazi voluti da Donald Trump su 7,5 miliardi di prodotti europei (notizia accolta con un tonfo a Piazza Affari). Leggi anche: Di Maio-Renzi, l'asse che preoccupa Giuseppe Conte e Pd Ma il fatto che, come accennato in premessa, siamo in pessime mani, lo conferma un disastroso scivolone di Di Maio, proprio in conferenza stampa. Gaffe che ricorda quella del "Ping" cinese. Il grillino prende la parola ed afferma: "Lo ho detto in premessa e lo ribadisco alla presenza del segretario Ross, noi siamo alleati degli Stati Uniti e condividiamo le preoccupazioni, quando ci sono, su determinate infrastrutture strategiche come il 5G". Un disastro. Il segretario "Ross", ovviamente sarebbe Mike Pompeo, lì al fianco di Di Maio, stupito e divertito dallo scivolone del ministro degli Esteri. Un momento, va detto, davvero sconcertante. Ma tant'è. Da par suo il grillino ha aggiunto: "L’Italia non ha nessuna intenzione di partecipare ad accordi commerciali che possano ledere la nostra sovranità come Stato, siamo molto attenti a inserire tutte le garanzie affinché si rispettino le normative ed i principi europei che regolano i nostri rapporti commerciali con gli altri Paesi Ue". L'inquilino della Farnesina ha poi rimarcato come ci sono "differenze tra i memorandum of understanding commerciali e le relazioni politiche e le preoccupazioni rispetto alle infrastrutture strategiche". "Spero - ha concluso Giggino - che in futuro si possano rafforzare anche di più gli accordi tra Italia e Stati Uniti per mettere in sicurezza le nostre infrastrutture strategiche". Magari se lui non fosse ministro degli Esteri...

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