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L'offerta alla sorella di Matteo Renzi: "La nominerà Assessore"

di Andrea Tempestini domenica 23 marzo 2014

2' di lettura

Ora anche la sorella di Matteo Renzi, Benedetta, medita la carriera politica. Ma per lei niente palazzo Vecchio, la «gavetta» partirà dal basso, dalla giunta di un piccolo comune del bolognese, Castenaso, dove da qualche tempo vive con la famiglia: 15mila anime a 15 chilometri dal capoluogo emiliano romagnolo. Qui il sindaco uscente Stefano Sermenghi - renziano sfegatato - ha incassato il 75% dei consensi alle ultime primarie e ora tenta di guadagnare la riconferma contro centrodestra e grillini. Proprio Sermenghi ha lanciato la proposta: Benedetta Renzi in giunta. Le deleghe: «sociale e scuola», deleghe «pesanti» rimarca lui, perché «qui siamo un piccolo Comune, gli assessori sono solo quattro e non andiamo mica tanto per il sottile». La sorella del Renzi-premier deve ancora sciogliere le riserve, nel caso la risposta dovesse essere «sì», il sindaco già annuncia che ne darà comunicazione urbi et orbi. Sulle ragioni della scelta il borgomastro assicura: «Il cognome non c’entra, guardo alla persona, di cui ho stima incondizionata». I due si conoscono da tre anni e l’asse castenasino in passato non ha mancato di scatenare mal di pancia tra i renziani che nel cuore di Bologna sgomitavano per garantirsi un posto al sole. Ha fatto particolarmente discutere l’esperienza civica che la coppia politica Sermenghi-Renzi (sorella) lanciò l’anno scorso a sostegno dell’attuale premier. La chiamarono «Adesso Bologna», e da tutti fu definita la «cosa» di Renzi. «Oggi siamo una realtà consolidata, che raccoglie anche coloro che non vogliono schierarsi politicamente, ma scelgono un’appartenenza più leggera. Proprio la scorsa settimana ci siamo incontrati qui a Castenaso. Eravamo 43 gruppi, da tutta Italia. Vogliamo creare un coordinamento». Castenaso diventa così quasi un secondo capoluogo renziano. Dopo Firenze, s’intende. Proprio dal piccolo centro bolognese si dipana la longa manus del premier. Non è un caso che a ottobre 2012, quando Renzi era ancora il giovane rottamatore che faceva a pugni con Bersani, la tappa bolognese del sindaco fiorentino fu ospitata proprio a Castenaso. Anche in quella occasione Matteo non risparmiò battute ad effetto: «Bersani? Ci piacciono sia Pierluigi che Samuele», disse. «C’era il palazzetto strapieno», ricorda, fiero, Sermenghi. Tutti a chiedersi perché, perché. Presto detto. È proprio qui che vive la sorella, come la first lady Agnese poco orientata al protagonismo. Ma il «patto di Castenaso» col sindaco Sermenghi non è piaciuto all’establishment renziano del capoluogo, desideroso di assoluto protagonismo. E oggi c’è già chi solleva questioni di inopportunità politica: se Benedetta sarà assessore dovrà mandare al fratello la lista delle scuole da sistemare, che si risolverà quindi in una questione di famiglia. Dal presidente Renzi all’assessore Renzi: metamorfosi di una famiglia condannata alla politica. di Filippo Manvuller

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