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Renzi fatto fuori da Letta: ora il rottamatore può solo sperare che il governo cada al più presto

Il Sindaco è in preda al panico: il governo è destinato a durare, la segreteria è insidiata da Epifani e sulla faida interna non prende posizione...
di Sebastiano Solano domenica 28 aprile 2013

Matteo Renzi

2' di lettura

Di Sebastiano Solano Il rottamatore Matteo Renzi è stato ormai messo all'angolo. E' evidente che uno degli sconfitti dalla partita per il Quirinale sia proprio lui: la mancata elezione di Romano Prodi, che era il suo candidato, ha affossato anche le sue speranze di un immediato ritorno alle urne. A complicare i suoi piani, poi, c'è poi l'ormai imminente formazione del governo da parte di Enrico Letta.  Letta rottama Renzi - Sul quale, ovviamente, il Sindaco di Firenze fa buon viso a cattivo gioco: "La scelta di indicare Letta come premier mi sembra un’ottima soluzione. Lui è capace di tenere insieme le varie anime di questo strano raggruppamento, credo che l’obiettivo sia che il governo nasca velocemente e affronti i problemi degli italiani", ha dichiarato in un'intervista a Sky tg24. Parole di circostanza, che però tradiscono la paura di aver perso il treno con Palazzo Chigi, forse per sempre. E di fatti, sulla possibilità di durata delle larghe intese, poco dopo aggiunge: "I rischi ci sono sempre, si mantiene la stessa maggioranza che governa da un anno e mezzo. Io sogno il momento in cui centrosinistra e centrodestra si confrontano, uno vince e l’altro perde e si fa il presidente del Consiglio subito".  Il mancato ritorno alle urne - E ancora: "Oggi la situazione è abbastanza in divenire. Letta ha tutte le condizioni per superare difficoltà e insidie, non sarà facile, ma penso che possa prevalere il buon senso. In tutto il mondo quando ci sono i pareggi si fa un governo di larghe intese, spero si possa cambiare legge elettorale". Dichiarazione che tradotta significa: "Avrei voluto andare al voto, ma ora non posso far saltare tutto. Spero in un governo che duri il meno possibile, che riesca a fare giusto quelle due tre riforme necessarie ad uscire dalla crisi e, soprattuto, la legge elettorale". Renzi rischia insomma di morire di tattica. Specie se a ciò si aggiunge il fatto che ad insidiare la sua corsa alla segreteria c'è la forte candidatura di Guglielmo Epifani. Posizoni troppo attendiste - In attesa che si chiarisca le idee, Renzi mantiene una posizone 'terzista' anche rispetto alla spaccatura interna al Pd riguardo al voto di fiducia a governo Letta. A Largo del Nazareno la situazione è infuocata, con il lettiano Francesco Boccia che paventa l'espulsione dei dissidenti e Pippo Civati, Michele Emiliano, il prodiano Sandro Gozi e Laura Puppato che hanno annunciato la fronda in caso di un governo Pd-Pdl. Bene, rispetto a questa situazione, Renzi non si schiera.  "E’ sbagliato" dire a priori che non si vota la fiducia, ma anche dire a priori che chi non la vota è fuori dal Pd". Questa è la sua posizone al riguardo. Una sorta di riproposizione del ma-anche veltroniano, che non fa altro che evidenziare la debolezza di Renzi. 

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