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Civati guida la faida Pd"Se Epifani e Cupierlo segretarici facciamo il nostro partito"

Il parlamentare lombardo e i "ribelli" democratici contro la corsa alla segreteria monopolizzata dagli ex-Ds
di Sebastiano Solano domenica 5 maggio 2013

Pippo Civati

2' di lettura

La fronda filo-grillina del Pd è in fermento. Dopo la reunion al Teatro Eliseo con Sel e parte del M5s, la corrente guidata da Pippo Civati è pronta allo strappo. L'occasione è quella dell'Assemblema del 7 maggio, quando dovrebbe essere eletto il nuovo reggente del Pd o, molto più probabilmente, il nuovo segretario, con pieni poteri. La corsa, con Matteo Renzi che si è chiamato fuori, è a due: il dalemiano Gianni Cuperlo e il bersaniano Guglielmo Epifani.  Il ritorno dei dimissionari - Due esponenti della sinistra ex-diessina, così da bilanciare il potere degli ex-popolari che ora hanno in mano le redini del governo, che però non rappresentano in alcun modo le istanze della fazione guidata da Civati. La cui chiave di lettura della sfida, anzi, è fortemente critica (eufemismo): "I vertici del Pd non cambiano strada. Anzi, vogliono rimanere al vertice del Pd. Semplice, no?", attacca sul suo blog. E ancora: "Come dimissionari, sono parecchio attivi, non trovate? Chi non è andato al governo, di quel gruppo dirigente, si candida a rinnovarsi alla guida del partito. Così facciamo bingo". La minaccia di scissione -  Un ritorno in campo di quel pezzo di Pd, sostiene Civati, uscito con le ossa rotte dalle elezioni e dal successivo tentativo, miseramente fallito, di agganciare il M5s, culminata nella mancata elezione di Stefano Rodotà al Quirinale. Un analisi come al solito impietosa, quella di Civati, che stavolta però minaccia la scissione: "Vorrei che fosse chiaro: se faranno davvero così, il Pd ci toccherà farlo da un’altra parte. Perché questo non è più il Pd, aperto e inclusivo che ci eravamo raccontati: è più o meno il suo contrario. Ed è la prosecuzione (con gli stessi mezzi) di quello che abbiamo visto al lavoro negli ultimi venti giorni". La pacificazione del partito, insomma, è durata poco meno di una settimana. I filo-grillini hanno apertamente imbracciato l'ascia di guerra. La resa dei conti è questione di giorni.

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