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Il "D-day" di Berlusconi:se la consulta gli dà tortosarà "ergastolo politico"

Oggi la pronuncia della Cassazione sul legittimo impedimento nel processo Mediaset, per il quale il Cav rischia 4 anni di reclusione e l'interdizione dai pubblici uffici
di Matteo Legnani domenica 23 giugno 2013

3' di lettura

La decisione dovrebbe arrivare oggi, mercoledì 19: nessuna ufficialità, ma tutto è pronto a Palazzo della Consulta per la camera di consiglio in cui i giudici dovranno sciogliere il nodo del legittimo impedimento di Silvio Berlusconi, all’epoca dei fatti premier, per l’udienza del marzo 2010 del processo Mediaset, allora in fase di primo grado, oggi in attesa del ricorso in Cassazione. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere il conflitto sollevato da Palazzo Chigi contro la decisione del tribunale di Milano che disse no al rinvio dell’udienza chiesto dalla difesa di Berlusconi, che era impegnato in Consiglio dei ministri, il processo Mediaset - in cui il leader del Pdl è stato condannato in appello a 4 anni di reclusione e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale nella compravendita di diritti tv - potrebbe subire contraccolpi. La prescrizione, infatti, scatterà nella primavera 2014. Gli ermellini potrebbero rinviare gli atti in appello, affinchè sia il giudice del merito a valutare l'importanza dell’istruttoria svolta nell’udienza incriminata, Ma non è escluso - seppur l’ipotesi sembra remota - anche un annullamento dell’intero processo, che tornerebbe così 'indietrò all’udienza del marzo 2010.  Con un verdetto negativo, invece, si profilerebbe un vero e proprio 'ergastolo politico', come lo chiamano i fedelissimi, visto che (con la sentenza definitiva in autunno) il leader azzurro non solo decadrebbe dalla carica di senatore, ma  non potrebbe presentarsi alle elezioni politiche nè, tanto meno, per   la carica di presidente della Repubblica in caso di un’ipotetica   riforma semipresidenziale della Costituzione.  Berlusconi sta attendendo il verdetto della consulta nella sua villa di Arcore. Il Cavaliere è atteso da una decina di giorni "di fuoco" sul fronte giudiziario:  Il 24 giugno, infatti, si chiude a Milano con la sentenza di primo grado  il procedimento Ruby, che vede imputato l'ex premier per concussione e prostituzione minorile. Il 27, a Napoli, ci sarà l’udienza preliminare per la cosiddetta compravendita  del senatore De Gregorio, mentre a Roma, in Cassazione, è previsto l'ultimo atto per la vicenda Mondadori-Fininvest.  "Non mi aspetto nulla di buono da certi giudici di sinistra, so  bene che la persecuzione non si fermerà, ma non finirò nel tritacarne giudiziario come vorrebbero"  avrebbe confidato ai suoi l’ex  premier, avvertendo che il banco di prova per la tenuta delle larghe   intese sarà prima di tutto la politica economica. Domani Berlusconi   rientrerà a Roma e non è escluso che riunirà lo stato maggiore del  partito per fare il punto della situazione. Berlusconi è convinto che la Consulta sia una sorta di longa manus della sinistra e lo ricorda in ogni occasione in privato ("Alla Corte Costituzionale c'èuna maggioranza di giudici di sinistra, va ripetendo come un mantra"), ma in questo momento preferisce tenere un low profile per evitare nuove polemiche. Per questo, ogni protesta di piazza è congelata. In caso di verdetto  negativo della Corte Costituzionale su Mediaset, assicurano, non è stata programmata nessuna manifestazione anti-pm. “Tutto è fermo, almeno per ora, ma il partito è pronto a mobilitarsi in qualsiasi  momento”, dicono ad Arcore. Anche un falco doc come Daniela Santanchè invita alla cautela: "Non faremo nulla, non ci sarà nessuna manifestazione di piazza, perché siamo nei palazzi...".  L'esponente azzurra, però, avverte: "Devono passare i cosiddetti primi 100 giorni e se l'azione di governo non c'è, non ci sarà il governo".

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