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Quirinale, grazia a Berlusconi: Belpietro replica al Colle

Fonti vicine a Napolitano si irritano ma non smentiscono nulla. Noi confermiamo: l'ipotesi c'è eccome e se ne parlerà dopo l'eventuale sentenza negativa per il Cav
di Giulio Bucchi domenica 14 luglio 2013

2' di lettura

Alle 19 di ieri sera, cioè ad appena 48 ore dalla prima pagina in cui Libero «suggeriva» l’ipotesi di un ricorso alla grazia in caso di condanna a Silvio Berlusconi, è uscita un’agenzia di stampa che recitava così: «Le "speculazioni" su un'eventuale grazia a Silvio Berlusconi, ipotizzata da un quotidiano, "sono un segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale". Lo hanno chiarito ambienti del Quirinale. Tali speculazioni "danno il senso di un'assoluta irresponsabilità politica che può soltanto avvelenare il clima della vita pubblica", hanno sottolineato gli stessi ambienti». Poco dopo, un nuovo dispaccio - sempre senza citare Libero - aggiungeva: «L'ipotesi diffusa da un quotidiano che il Capo dello Stato potrebbe valutare di concedere la grazia a Silvio Berlusconi "è una delle abituali provocazioni di certi giornali che per la loro sguaiatezza e rozzezza dal punto di vista istituzionale non meritano alcuna attenzione e alcun commento". Lo hanno sottolineato ambienti del Quirinale». A parte la bizzarria di un commento a una notizia che non merita commento, a ben vedere non si tratta né di una "nota", come titolavano i maggiori siti d’informazione ieri sera, né di una "smentita". Al netto dei garbati rilievi sul nostro pedigree (si scrive così?), nessuno ha parlato di "pratiche sul tavolo" (che  non possono esistere, non essendoci alcuna condanna): ci siamo limitati a dare conto dell’ipotesi che ci sia un piano per intervenire, prerogative alle mano, dopo un'eventuale sentenza negativa. Ipotesi di cui Libero ha parlato anche nell’edizione di ieri, aggiungendo che la presidenza del Consiglio ne è a conoscenza. E che Libero conferma, prendendo atto della comprensibile irritazione di "ambienti" del Quirinale. Altri "ambienti", nello stesso palazzo e a palazzo Chigi, hanno infatti ribadito a Libero anche ieri che le cose stanno esattamente nei termini in cui i nostri lettori le hanno apprese. Ora, non resta che attendere. Belli composti, senza avvelenare nessuno. di Maurizio Belpietro

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