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Dietro la scelta di Monti c'è Berlusconi: il patto con i reduci di Scelta Civica

di Michele Chicco domenica 20 ottobre 2013

3' di lettura

Mario Monti, il professore, abbandona la sua creatura politica, dopo nemmeno un annetto scarso di vita. La sua è una sconfitta politica e umana: si è sentito tradito da chi gli aveva chiesto di sporcarsi le mani con la politica e adesso resterà seduto nel comodo scranno da senatore a vita, ma andrà a rimpolpare il numero degli iscritti al gruppo misto. La vulgata ufficiale recita: "Il sostegno incondizionato al governo di Enrico Letta non mi va bene, lascio". Il realtà la storia è molto diversa: dietro quel "sostegno incondizionato", firmato dai senatori di Scelta Civica, c'è un cineasta di talento che si chiama Silvio Berlusconi. Pierferdinando Casini e Mario Mauro, suoi occhi nelle stanze centriste, hanno vendicato il Cavaliere e fatto fuori Monti seguendo un disegno preciso messo nero su bianco in un pranzo a Palazzo Grazioli. Adesso tutto cambia.  Decadenza del Cav - Innanzi tutto cambiano i rapporti di forza all'interno del partito che perderà, da un giorno all'altro, quell'aplomb istituzionale di stampo montiano. Senza il senatore a vita di mezzo, gli ex montiani potranno spaziare sul terreno politico senza dover badare alla forma: sosterrano Letta e Angelino Alfano, perché nelle larghe intese ci sguazzano, ma non disdegneranno ammiccamenti agli azzurri del Pdl. Sul tavolo c'è la decadenza di Silvio e a Palazzo Madama ne parlano tutti: se gli aut-aut dei falchi del Pdl dovessero diventare ancora più forti ecco che Casini&co potrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di salvare Cavaliere e governo. Lavorando dietro le quinte e provando a tessere trasversali trame, i centristi porebbero puntare sul voto segreto e dire "no" alla decadenza di Berlusconi. Le pedine lavorano e le caselle sono già quasi tutte piene: bisogna solo aspettare. Difesa - Un pranzo c'è già stato: Mario Mauro (ex forzista, ex montiano, ora nel governo lettiano) è andato quatto quatto a Palazzo Grazioli appena due giorni fa. Lui, il Cav e altri notabili azzurri hanno pranzato e, di certo, non in silenzio: hanno studiato l'addio di Monti e pianificato il futuro del centro, della destra e della sinistra. Ripreso in mano lo scudo da berlusconiano, il ministro della Difesa ha assicurato a Silvio che le possibilità di una segreta alleanza sulla decadenza c'è, eccome. La resistenza era tutta di Monti perché imbrigliato nel suo ruolo istituzionale che lo condannava al politicamente corretto: senza di lui i centristi si sentono con le mani libere.  Alfetta - In cambio gli azzurri offrono parecchio: il sostegno al governo Letta-Alfano. Le scadenze, nel caso, andrebbero via perché la prospettiva sarebbe del tutto nuova: non marzo 2014, non 2015, ma addirittura si potrebbe tirare avanti fino a fine legislatura. Certo, il piano di azzurri ed ex montiani non fa i conti con il Partito democratico che, però, non potrebbe proprio "accoltellare" ancora una volta un premier dem. E allora lo scenario non appare per niente improbabile: Berlusconi, Alfano, Mauro e Casini hanno capito che tutti possono trovare le soluzioni che cercano. Fatto fuori Monti, i quattro devono solo andare avanti per poter vincere la loro partita.  Michele Chicco

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