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Giuseppe Conte, piano per cacciarlo. Governissimo e Draghi premier, cosa ne pensa Mattarella

di Fausto Carioti martedì 10 marzo 2020

3' di lettura

Giuseppe Conte è in guai seri. L' appello di Sergio Mattarella affinché il governo («cui la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere») prenda in mano la situazione non avuto alcun seguito. Contagi in continuo aumento, rivolte nelle carceri, rendimenti dei Btp che schizzano verso l' alto, Borsa di Milano a picco senza che nessuno vieti le vendite allo scoperto, provvedimenti che nemmeno le forze dell' ordine sanno come interpretare. Se la situazione non cambia, e soprattutto se la pressione sui titoli italiani non si allenta in tempi brevi, il cambio della guardia a palazzo Chigi diventa una necessità.

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Al Quirinale l' ipotesi di un governo di unità nazionale non è ritenuta un' eresia. Il capo dello Stato ieri non è intervenuto, si presume per non aggiungere caos al caos, ma voci non confermate gli attribuiscono i primi contatti per la definizione di una possibile via di fuga verso la salvezza, che inevitabilmente passerebbe per l' incarico a Mario Draghi, magari con un Guido Bertolaso agli Interni. L' ex governatore della Banca d' Italia appare l' unico in grado di tranquillizzare i mercati e sul suo nome, al vertice di un governo di tecnici, potrebbero convergere Lega, Forza Italia, Italia Viva, lo stesso Pd e persino i Cinque Stelle, se non volessero trovarsi tagliati fuori. Per impedire di lasciar cadere il Paese nel baratro, insomma, il governissimo si farebbe in quattro e quattr' otto.

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L ipotesi governissimo - Ed è proprio lo spettro incombente di Draghi che ha indotto Conte a mostrarsi meno arrogante. Dopo avere snobbato l' opposizione per giorni, il premier ha deciso di incontrare i capi delle sigle di centrodestra.
A palazzo Chigi, oggi a mezzogiorno, sono attesi così Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani (al posto di Silvio Berlusconi, tuttora rifugiato in Provenza).
È stato il capo del governo a sollecitare l' incontro. E il motivo principale, appunto, è che deve dimostrare (anche al presidente della Repubblica) di avere ancora sotto controllo il Paese e di poter essere lui l' uomo dell' unità nazionale. Gli serve, inoltre, un po' di tregua da parte del centrodestra. Che dinanzi allo sfascio di ieri si è mostrato sin troppo benevolo nei suoi confronti (l' unico a invocare un esecutivo di salute pubblica è stato l' ex ministro Gaetano Quagliariello).
regionali da rinviare I leader dell' opposizione si presentano all' appuntamento in posizione di forza, più compatti e "istituzionalmente responsabili" degli uomini della maggioranza. Lo stesso Salvini, raccontano i suoi alleati, in questi giorni è pervaso da «spirito unitario». Il pacchetto di richieste che lui e gli altri porteranno a Conte è pronto da tempo, preparato da Renato Brunetta. Prevede di dichiarare l' intero Paese «zona rossa» sotto l' aspetto dell' emergenza economica e di varare un piano di messa in sicurezza di tutte le imprese, oltre alla moratoria sui pagamenti di Iva, Imu e Irap e sui versamenti contributivi. Il tutto per un ammontare immediato di 30 miliardi di euro, da finanziare in deficit: il quadruplo di quanto stanziato da Conte e Roberto Gualtieri. Forza Italia, in questo caso con la sola sponda dei renziani, insiste pure, tramite Sestino Giacomoni, per nominare «commissario straordinario con pieni poteri una persona seria e competente come Guido Bertolaso».
L' incontro sarà utile a Conte anche per sondare l' opposizione sullo slittamento dalla maxi-tornata delle elezioni regionali (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto), prevista per il 31 marzo. Impensabile che la data sia spostata senza un accordo bipartisan. Al centrodestra, oggi in vantaggio in molte regioni, non converrebbe, ma dinanzi al proseguire dell' emergenza e a una richiesta esplicita degli avversari non si arroccherà.

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