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Cinque Stelle al Quirinale "Niente nomi, no a governi politici o pseudo tecnici"

di Nicoletta Orlandi Posti sabato 30 marzo 2013

Roberta Lombardi e Vito Crimi

3' di lettura

"No a governi politici, sostenuti da questi partiti, e no a governi pseudo-tecnici". I rappresentati del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi e Vito Crimi escono dalle consultazioni al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano e, ancora una volta, smentiscono quanto filtrato dalle agenzie stampa a metà pomeriggio, quando lo stesso capogruppo al Senato Crimi avrebbe detto di essere "aperto a nomi fuori dalla politica" per un governo "pseudo tecnico". "Mai detto, non ho niente da smentire. Semmai, ho detto l'esatto opposto, forse vi siete persi una parte di frase". Quel che è certo, assicura la capogruppo alla Camera Lombardi, è che i 5 Stelle non faranno nomi per Palazzo Chigi: "Quel che conta è il programma", ribadisce ai giornalisti. E Beppe Grillo, intervenuto alla webtv grillina La Cosa, conferma: "Non daremo mai la fiducia a questa classe politica che ci ha lasciato in queste macerie. A questi politici serve che un medico li prenda e li accompagni fuori con dolcezza, sussurrando loro Tranquillo, è finita, è finita". Il rebus Palazzo Chigi - Ieri, stando a quanto si riferisce, Crimi è rimasto fino a tarda ora nell'ufficio assegnatogli al Senato, quello che fu di Pancho Pardi dell'Idv nella scorsa legislatura, attaccato al monitor del computer e al telefono con Grillo. E una telefonata c'è stata anche questa mattina, stavolta tra Grillo e il Capo dello Stato. Una "telefonata di cortesia" assicurano fonti parlamentari. Alla riunione grillina alla Camera hanno partecipato una sessantina di parlamentari: molti sono partiti per Pasqua anche se alcuni son dovuti tornare. Luigi Di Maio ha osservato: "Certo non siamo in ferie...". Mentre nel merito ha detto che "la linea è sempre la stessa" con il "no ad un governo dei partiti ma anche - ha sostenuto - ad un governo tecnico che sia messo dai politici". Le ultime indiscrezioni parlano di una possibile intesa su alcuni nomi che potrebbe aver fatto loro Napolitano. L'M5S sarebbe disposto a votare la fiducia ad un esecutivo guidato da Gustavo Zagrebelsky, o dal presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, o dall'ex garante per la Privacy Stefano Rododà. Assolutamente no ad Amato o Saccomanni. Grillo attacca Parlamento, Quirinale e Province - Da parte sua Grillo insiste sul sul fronte dei tagli ai costi della politica e attacca Parlamento, Quirinale e Province. Obiettivo, sostenere le PMI che oggi per vivere, sottolinea dal suo blog, "devono misurarsi con i concorrenti europei per livello di burocrazia, di fiscalità, di servizi, di leggi a supporto dell’imprenditoria, ad esempio dell’inasprimento per il falso in bilancio e l’introduzione di efficaci norme anticorruzione". Invece, "dal 1990 vi è stato un raddoppio dei costi della politica di circa 20 miliardi, dovuto in massima parte alle amministrazioni centrali".  Ecco gli eseempi passati in rassegna da Grillo: "Il costo del Parlamento italiano - scrive - è il doppio di quello francese (confrontabile per numero di parlamentari: 920 > 945) e inglese: 1,6 miliardi contro lo 0,9 di Francia e 0,6 di Gran Bretagna".  "Il Quirinale - ribadisce - ha un bilancio di previsione per il 2013 di 349 milioni mentre l’Eliseo costa 112 milioni".  "Il finanziamento pubblico ai partiti - ricorda ancora - vale 100 milioni di euro all’anno, somma rinunciabile con una semplice lettera, come ha fatto il M5S per i 42 milioni che gli erano assegnati".   "Il taglio delle Province - sottolinea - farebbe risparmiare 2 miliardi annui. Vi sono poi i risparmi per le auto blu, circa 7.000, e delle 52.000 "auto grigie" senza autista e con minore cilindrata, con 19.000 addetti complessivi di cui 10.000 autisti per un risparmio di 800 milioni e altri minori". Il finale è una citazione di Lao Tse: "Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo".  

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