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Bersani fa la corte a Grillo dopo accuse e pesci in faccia:leggi un mese di insulti

di Andrea Tempestini giovedì 28 febbraio 2013

Grillo e Bersani

3' di lettura

Dopo mesi di moine a Mario Monti, dopo tante chiacchiere sull'europeismo spinto e dopo le rassicurazioni sul fatto che sì, Nichi Vendola è "fortemente europeista", Pier Luigi Bersani si risveglia sconfitto. Alle elezioni ha perso. E nemmeno la stampella montiana potrebbe garantirgli uno straccio di maggioranza al Senato. Così Silvio Berlusconi, pur procedendo con proverbiali piedi di piombo, "per il bene del Paese" affaccia l'ipotesi di un governissimo. Subito scacciata dai vertici di Via del Nazareno. Un risveglio traumatico, per i democrat. Talmente traumatico da averli resi in una notte antieuropeisti. No, Berlsconi no. Meglio un inciucio (impossibile) con Beppe Grillo. Questo l'orientamento dei "rossi". Una capriola irresponsabile e vergognosa. Una capriola che dimostra la loro affidabilità: meno di zero. Così, restringendo il perimetro di ricerca soltanto al mese di febbraio, abbiamo pensato di raccogliere alcune delle dichiarazioni di Bersani su Beppe Grillo. Leggetele. E ricordatevi: lo smacchia-giaguari per finta, dopo questa sfilza di "prese di posizione", ora cerca l'abbraccio parlamentare con il comico ligure. 1 febbraio - "Vengo dalla Sicilia dove Grillo sta girando le piazze facendo proposte che mi indignano. Va a proporre mille euro per tutti per tre anni per la modica cifra di 100 miliardi di euro e lo va a dire alla povera gente. E' una vergogna che un Paese in difficoltà venga trattato da paese delle favole". 7 febbraio - "Grillo promette il salario minimo a 3 milioni di persone? E' un qualunquista. Va a Bologa ed evoca Berlinguer, poi a Roma dà due buffetti a Casa Pound. Berlinger non glielo avrebbe permesso. Gli avrebbe detto qualcosa di pesante". 13 febbraio - "Il Movimento 5 stelle è dentro una logica di partito personalistico. Dopo Grillo chi c'è? Lui ha nominato i deputati al pari di Berlsuconi. Grillo è come Berlusconi. Il Sud non ha bisogno di grida". 17 febbraio - "Se fosse per Grillo, la razza nostra la metterebbe in galera, come facevano quelli ai tempi che furono. Grillo non va a Sky? Già, perché là qualche domandina devono fartela. Cosa risponderebbe se gli chiedessero perché in piazza a Bologna parla di Berlinguer e poi a Roma stringe la mano a quelli di casa Pound?”. 20 febbraio - "Grillo porta il Paese fuori dalla democrazia, dice che non c'è destra e sinistra e vuole governare sulle macerie. Non vuole rispondere alle domande ma vuole parlare solo lui, dal tabernacolo della rete". 20 febbraio - "Ho visto Dario Fo sul palco con beppe Grillo. Ho visto anche uno di Casa Pound al fianco di Grillo". 20 febbraio - "Le inflessioni populiste di Grillo possono portare un sacco di guai". 21 febbraio - "Diversamente da quello che urla, io  guardo in faccia: ho guardato in faccia tre milioni di persone alle primarie, cammino per la strada e parlo con la gente. Ieri sera ero in birreria e ho parlato con alcuni ragazzi che hanno intenzione di votare per Gillo. Io gli ho chiesto: 'Ma voi lo avete mai incontrato, ci avete mai parlato con Grillo?'. Mi hanno risposto di no. Io sono figlio di un meccanico, non sono un miliardario". 21 febbraio - "A me la gente mi ferma, giro per strada e mi fa le domande. Grillo invece alle domande non risponde. Gli insulti di Grillo non mi preoccupano, questa robaccia non mi scuote. Mi preoccupa piuttosto uno che dice 'andiamo fuori dall’euro o non paghiamo i debiti'. Se vince uno così, dopo 48 ore, il Paese si ritrova nei guai. 22 febbraio - "Il problema è l'Italia e se questo disagio che c'è fosse portato, come dice Grillo, fuori dall'euro andiamo a finire al di là della Grecia".

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