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Propaganda, manifestazioni e festeI conti in tasca al Pd in rosso

di Matteo Legnani domenica 9 giugno 2013

2' di lettura

Il Partito democratico va a scatafascio. Appena pochi giorni fa, la tesoreria del partito ha "minacciato" di dover mettere in cassa integrazione i suoi circa 180 dipendenti come conseguenza della progressiva eliminazione, di qui al 2015, del finanziamento pubblico ai partiti. I conti, a largo del Nazareno, sono in rosso. Di quanto, lo scrive oggi il sito de L'Espresso. Lo scorso 4 giugno, la direzione nazionale del Pd ha approvato il bilancio 2012, che presenta un disavanzo di 7.321.844 euro. Un passivo che - nel comunicato ufficiale diramato dal partito subito dopo la Direzione - viene attribuito al "dimezzamento dei rimborsi elettorali intervenuto ad esercizio in corso", che avrebbe "condizionato negativamente" il rendiconto. Ma che invece i dipendenti del partito, entrati in rotta di collisione coi "politici" dopo l'annuncio della probabile cassa integrazione, attribuiscono ad eccessive spese di propaganda e comunicazione politica. Nell'anno passato, gli euro destinati a spese elettorali, di propaganda e comunicazione politica sono stati 8.946.199. Tanti, ma comunque la metà di quanto il partito spese nel 2011: 16.312.664 euro (nel 2010 erano ancora di più: 20.044.676). Pressochè stabile la spesa per manifestazioni ed eventi: 752.596 euro nel 2012, a fronte di 751.660 nel 2011. Insomma, una spending review altalenante, se si tiene conto che - nonostante la riduzione dei contributi pubblici per 28.740.083 euro - il Pd ha messo in piedi ben 15 Feste democratiche nazionali tematiche più l'annuale Festa nazionale a Reggio Emilia. A fronte delle spese, il Pd ha messo in cassa 37.509.616 euro di contributi pubblici a vario titolo, tranche di rimborsi elettorali per le politiche 2008, le europee 2009 e le regionali 2010; 4.836.518 sono stati i contributi provenienti dai parlamentari come da obbligo statutario: una cifra variabile dai 42.000 annui dell'Onorevole Guido Melis ai 6.000 del collega Mario Adinolfi, e che si attesta su una media di 18.000 annui. Cifre cui si aggiungono i 3.030.323 del tesseramento.

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