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Quirinale, D'Alema può farcela,se Prodi crolla è l'ora di Baffino,con lui ex Ds e Margherita... e il Cav

L'ex premier può essere eletto al quarto scrutinio. I dalemiani e gli ex margherita potrebbero impallinare Prodi per spianare la strada all'ex Ds. Lui lo sa e sta nell'ombra nell'attesa di un cenno di Silvio
di Ignazio Stagno domenica 21 aprile 2013

2' di lettura

Romano Prodi farà la stessa fine di Franco Marini? Se dovesse accadere, l'asso piglia tutto del Pd si chiama Massimo D'Alema. Baffino tace. Sta nell'ombra. Ma quella poltrona per il Quirinale gli fa gola. Lui uomo grigio della sinistra e mens sana in corpore in-sano del Pd dall'alto ha sempre guidato i giochi. Il suo nome potrebbe uscire al quarto scrutinio. Silvio Berlusconi su D'Alema non ha mai messo veti. Dai tempi della bicamerale i due viaggiano su sentieri comuni e tra i due storicamente c'è stata sempre un'intesa. Ora la partita per il Colle li mette ancora di fronte. L'ostacolo per l'intesa Baffino-Cav si chiama Romano Prodi. D'Alema può gocarsi le stesse carte del professore. Entrambi sono ex premier e hanno una lunga carriera politica alle spalle. Quella di D'Alema parla ancora di Pci e Pds, quella di Prodi invece è più tecnica ma ugualmente simbolo di una sinistra che si alleava con Bertinotti e Rifondazione Comunista. Cav, margheritini e ex Ds per Baffino -  In Transatlantico lo scacchiere è di difficile interpretazione. Prodi potrebbe avere i voti dei grillini ma anche quelli dei renziani. Ma attenzione perchè potrebbe non avere i voti appunto dei dalemiani e degli ex Margherita. E' su questi due nuclei che si gioca la partita per il Colle. Prodi, secondo la vulgata democratica "unisce il partito". Invece lo spacca. Perchè l'ala dalemiana non è piccola e nemmeno quella dei margheritini. Al quarto scrutinio allora potrebbe arrivare la convergenza su Baffino. L'ex premier potrebbe a quel punto avere i voti dei suoi, deglio ex margherita e anche quelli del Pdl. Va detto anche che Matteo Renzi sull'ipotesi di D'Alema al Colle non ha mai espresso veti. Poi c'è anche il fattore rabbia. "Questo eviterei d'indicarlo perché non mi è gradito" avrebbe detto Pier Luigi Bersani a Berlusconi durante un incontro per definire un'intesa sul candidato al Colle. D'Alema si è infuriato e ora vuole essere lui il perno su ci poggiare l'accordo col Cav. Baffino è uomo d'esperienza e alla lunga potrebbe farcela. Il vero regista della situazione è lui. Bersani fa solo la comparsa. (I.S)

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