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Berlusconi, Giunta: slitta il voto

di Andrea Tempestini domenica 15 settembre 2013

Silvio Berlusconi

4' di lettura

Il pressing del Pdl ottiene un primo, parziale, risultato: slitta il voto in Giunta elezioni al Senato. Tutto rimandato. L'indiscrezione, rilanciata inizialmente da La Stampa.it,è stata poi confermata dai fatti nella notte tra lunedì e martedì. "Il relatore Augello - ne ha dato notizia la vicepresidente della Giunta, Stefania Pezzopane - ha ritirato le pregiudiziali e si è deciso all'unanimità di cominciare la discussione generale sulla relazione di Augello. La sua proposta è stata quella di convalidare l'elezione". Per il Pdl, è chiaro, Silvio deve tenersi lo scranno. Augello è arrivato alle sue conclusioni dopo tre ore di lavori: "Non deve essere vista come un compromesso al ribasso - ha spiegato -, ma come un passo avanti". Slitta così la discussione sulla relazione del relatore Pdl: la Giunta è stata aggiornata a giovedì, alle ore 15. Ogni senatore avrà a disposizione 20 minuti per gli interventi.  Scontro perpetuo - La tensione resta altissima, ma il governo Letta può godere di questa piccola tregua (subito messa a repentaglio da Guglielmo Epifani, segretario Pd, che ha chiesto che la decadenza di Silvio Berlusconi arrivi "al più presto"). Gli obiettivi dei democratici, infatti, non cambiano: vogliono far approvare la decadenza da senatore del Cavaliere prima della pronuncia dei giudici di Appello di Milano, che il 19 ottobre, all'apice di un vero e proprio sprint, dovranno ridefinire i tempi delle pene accessorie dell'ineleggibilità del Cavaliere. Il quadro è chiaro ed è stato sintetizzato da Angelino Alfano: "Vogliono far fuori Berlusconi". La strategia - Il Pd, nelle ultime ore, era tornato a puntare il dito contro Andrea Augello, relatore del Pdl in commissione, che - per usare le parole di Felice Casson - ha svolto "una arringa difensiva dell'imputato Berlusconi", presentando tre questioni pregiudiziali (quelle su cui si sarebbe dovuto votare in serata). Una linea, quella di Augello, che non è piaciuta nemmeno a Scelta Civica: "La presentazione di pregiudiziali in Giunta - hanno dichiarato Linda Lanzillotta e Benedetto Della Vedova - è contro il regolamento del Senato e della Giunta stessa". Una frase, quella dei montiani, che ha parimenti aperto uno spiraglio al rinvio del voto: poiché le pregiudiziali sarebbero "contro il regolamento", dovevano essere derubricate. Da pregiudiziali a preliminari - Così in giunta si è concretizzata l'ipotesi circolata nel pomeriggio e proposta dall stesso Augello, ossia far diventare le tre questioni pregiudiziali presentate alla vigilia semplici questioni preliminari. La proposta consente di procedere secondo i tempi previsti dall'articolo 10 del regolamento del Senato (che prevede un intervento per ogni commissario per un tempo massimo di 20 minuti) e non con quella prevista dall'articolo 93, che disciplina le questioni pregiudiziali e prevede, in sede di discussione generale, un intervento a gruppo parlamentare per un massimo di dieci minuti. Contrario al rinvio il M5S, che con Giarrusso ha dichiarato: "Il relatore sul caso della decadenza di Berlusconi ha presentato la sua relazione nei termini previsti e la stessa non presenta alcuna conclusione sulla decisione da prendere, ma pone questioni pregiudiziali". I grillini, a lavori in corso, hanno twittato: "Il Pdl fa slittare il voto. Solita melina berlusconiana per salvare un condannato a quattro anni". L'iter - In una pausa dei lavori, il punto è stato fatto da Enrico Buemi del Psi, che ha spiegato come procederà la Giunta: "Ci sarà un voto unico sulla relazione nella quale sono state inserite, come punti di discussione, anche le pregiudiziali presentate dal senatore Augello". Buemi ha aggiunto: "Si è convenuto di fare riferimento all'articolo 10 primo comma del regolamento", seguendo così l'ipotesi circolata nel pomeriggio. "Esso prevede - ha spiegato - che il relatore debba proporre la decadenza o la conferma del senatore al termine della relazione. E' già un risultato importante perché abbiano raggiunto una buona convergenza. In ogni caso - ha concluso Buemi - credo che questa sera non arriverà alcun voto".   "Ultima spiaggia" - Dopo la vigilia, e nelle ultime ore, la tensione era schizzata alle stelle. Fabrizio Cicchitto aveva tirato le somme della situazione: "Alla giunta delle elezioni saremo davvero all'ultima spiaggia. Finora da un lato il Pd, dall'altro precisi settori e correnti della magistratura, hanno lavorato per far saltare ogni ipotesi di mediazione che salvi il governo e questo equilibrio politico". Anche Renato Brunetta, in mattinata, aveva ribadito: "Sarà il Pd a rompere la maggioranza di governo. Perché se il Pd voterà insieme a Grillo romperà la maggioranza". L'ex ministro Maria Stella Gelmini aveva insistito sulla fretta del Pd di silurare il leader azzurro: "Ci saremmo aspettati che la Giunta non intraprendesse una corsa contro il tempo pur di eliminare in 48 ore il nemico di sempre". Quindi l'intervento di Giorgio Napolitano e la decisione del Cav di annullare la riunione del Pdl prevista per mercoledì hanno lasciato intendere che lo scenario stava cambiando, che una soluzione - pur temporanea - era stata trovata. Letta, si è appreso in serata, nel pomeriggio ha incontrato Alfano. Al termine dell'incontro avrebbe dichiarato: "Il governo può andare avanti". Epifani: "Fatelo fuori" - A gettare, subito, altra benzina sul fuoco ci ha però pensato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che durante le registrazioni di Matrix - in contemporanea ai lavori della Gunta - ha dichiarato: "Si arrivi subito al voto, non si può andare avanti a lungo. E' ora di tirare una riga e pensare all'interesse del Paese". E ancora: "In questi momenti la giunta è riunita, ci sarà tempo per discutere e passerà qualche giorno, ma alla fine la giunta prendera la sua decisione. Noi ribadiamo che la legge è uguale per tutti. Non sta a me entrare nel merito, ma una sentenza di terzo grado non può non essere rispettata. E' una sentenza equilibrata e giusta".

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