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Vivi a Roma e fai il ministro? 3.500 euro di diaria "per evitare disparità"

Doppia busta paga per chi ha una poltrona e la residenza nella capitale. Ma l'assegno spetterebbe solo ai "non romani"
di Ignazio Stagno domenica 15 settembre 2013

La squadra di governo che ha giurato al Colle

2' di lettura

"Chi fa il ministro ed è parlamentare non percepirà il doppio stipendio". Enrico Letta era stato chiaro: via la doppia busta paga per chi ha la doppia poltrona. Ma a quanto pare le cose non stanno così. A salvare il portafoglio dei ministri c'è una legge del 1965  che prevede una diaria per pagare le spese di soggiorno a Roma. La legge non era chiara nell’attribuire la diaria ai soli parlamentari residenti fuori Roma. E così, semplicemente è stata estesa a tutti, anche ai residenti a Roma. Anche a quelli a cui non spettava. Di fato la norma è stata ribaltata e applicata anche per i componenti di governo. Secondo quanto racconta il Fatto Quotidiano,  il ministero dell’Economia fa sapere che i ministri non residenti a Roma percepiscono, oltre a un’indennità di 5.250 euro che gli spetta, anche una diaria di 3.500 euro al mese alla quale, secondo le norme, non avrebbero diritto. "Non facciamo disparità" - Gli uffici così pagano la diaria non dovuta ai ministri non parlamentari (che invece spetterebbe solo ai parlamentari) in virtù di una “prassi” e, spiegano, per evitare una “ingiustificata disparità di trattamento”. In via XX settembre non si fanno problemi e spiegano che è tutto in regola: "In conformità con la riscontrata prassi parlamentare secondo cui detta diaria viene corrisposta alla generalità dei parlamentari indipendentemente dall’esser residenti a Roma o meno, è stato riconosciuto il diritto alla corresponsione della diaria anche ai membri del governo residenti a Roma”. La legge - L'unico a non percepire la diaria è Fabrizio Saccomanni. Gli altri ministri, invece, pare che se la intaschino. Nel 1999 una legge ha esteso anche ai ministri non parlamentari l’indennità economica dei parlamentari. La circolare della Ragioneria Generale dello Stato, n. 50 del 2000, firmata dal ministro dell’Economia di allora Giuliano Amato, ha poi esteso anche ai ministri non parlamentari la diaria “per le spese di soggiorno a Roma”. Ma ora a goderne, incuranti della legge, sono tutti i ministri, anche quelli che vivono nella Capitale. I ministri non parlamentari residenti a Roma, come Fabrizio Saccomanni o Antonio Catricalà, Enrico Giovannini, Filippo Patroni Griffi, quindi non dovrebbero godere del beneficio. "Paghiamo tutti" - Dal ministero dell'Economia però insitono: "In conformità con la riscontrata prassi parlamentare secondo cui detta diaria viene corrisposta alla generalità dei parlamentari indipendentemente dall’essere residenti a Roma o meno, è stato riconosciuto il diritto alla corresponsione della diaria anche ai membri del governo residenti a Roma”. Peccato che per l'estensione del beneficio anche ai ministri "capitolini" non sia stata fatta né una circolare, né un decreto...né una legge. (I.S.)

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