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La Polverini verso le dimissioniva a chiedere consiglio a Monti

L'opposizione si dimette in blocco per far sciogliere il Consiglio, ma non ha i numeri
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 30 settembre 2012

3' di lettura

Torna l’ipotesi dimissioni per Renata Polverini. Dopo un’altra giornata di 'passione' per la Regione Lazio la governatrice sarebbe di nuovo tentata dal passo indietro. "Ho chiesto al presidente del Consiglio, Mario Monti, un breve incontro per informarlo della situazione che si è verificata in Regione", ha raccontato la presidente che aggiunge: "mi sembrava corretto farlo considerato che il Lazio è una realtà certamente non marginale sotto il profilo economico e istituzionale del nostro Paese. Il colloquio - conclude - è stato cordiale come sempre e ringrazio il Presidente per avermelo accordato". La governatrice avrebbe chiesto al premier una valutazione sulla situazione. "Chi l’ha sentita l’ha trovata molto provata. Non credo che si possa reggere così la Polverini potrebbe anticipare l’effetto domino e rassegnare le dimissioni", dicono fonti parlamentari del Pdl. Eppure solo qualche giorno fa era stato proprio Silvio Berlusconi a convincerla a non mollare: "Non ti devi dimettere", gli avrebbe detto il Cavaliere preoccupato dall'idea di perdere con una altra tornata elettorale anche il Lazio. L'ex sindacalista, però, proprio non ci sta a restare invischiata in questa brutta storia. Vuole uscirne pulita. E trova man forte nel sindaco di Roma, Gianni Alemanno che chiede di "azzerare" il centro destra e rifondarlo su comportamenti e valori. "Dobbiamo guardarci in faccia - dice - e aprire un dibattito serio, non dilatorio. Credo serva un azzeramento totale all'interno del centrodestra. Dobbiamo rifondare una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, o di riferimenti politici ma anche di comportamenti che rendono credibili questi valori di fondo come persone, famiglia, nazione e merito. Non possiamo continuare a vivere di espedienti". Alemanno ha rinnovato poi la sua fiducia alla Polverini, che ha fatto bene a restare perchè incolpevole, ma trae una riflessione amara: "Nulla è cambiato dai tempi di Tangentopoli". A stretto giro tutti i capigruppo della maggioranza di centrodestra, Udc e Mpa compresi firmano un documento di sostegno alla Polverini. "La maggioranza è orgogliosamente al fianco di una presidente di Regione onesta e determinata", scrivono, bollando come "infantile" l'iniziativa dell'opposizione di firmare le lettere di dimissioni. Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa ha però osservato: "Chi chiede dimissioni faccia l'esame di coscienza''. Poi però ha aggiunto sibillino: "Bisogna assumere una decisione nell'interesse dei cittadini. Noi lo faremo nelle prossime ore". Più netto il leader Pier Ferdinando Casini che ha parlato di "un disagio e malessere profondo" ed ha aggiunto di non sentirsi di dare consigli alla Polverini. "La polemica del Pd mi fa scappare da ridere e da piangere. Si sono accorti ora che ci sono sperchi?". Da parte sua l'opposizione, pur non avendo i numeri per far sciogliere il Consiglio, tira diritta: i 14 consiglieri del Pd hanno ribadito che le loro dimissioni irrevocabili. Scelta adottata anche dai cinque consiglieri dell'Idv e dai due di Sel, da Federazione della Sinistra e Lista Civica dei Cittadini, mentre l'unico Verde, Angelo Bonelli, ha confermato la disponibilità a lasciare. I due radicali hanno fatto sapere che vedranno oggi il da farsi: se mancheranno solo due firme per far decadere il consiglio, allora si dimetteranno anche loro. L'obiettivo dei consiglieri del centrosinistra è non solo di arrivare allo scioglimento del consiglio regionale e di marcare un netta discontinuità con il 'sistema Fiorito'. Un obiettivo, pero', che l'opposizione, senza l'apporto dell'Udc - che ha rinnovato il sostegno alla Polverini - non può centrare almeno stando ai numeri. Per provocare lo scioglimento del Consiglio, infatti, dovrebbero dimettersi 36 consiglieri su 70 e l'opposizione è arrivata finora a quota 28. Ma è proprio la posizione dei centristi, tiepida a livello nazionale, che potrebbe essere alla fine decisiva per le scelte della governatrice. 

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