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Il Cav recita il requiem:"Il Pdl non c'è più"

di Andrea Tempestini domenica 7 ottobre 2012

Silvio Berlusconi

2' di lettura

  Il vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e i big del partito è finito a tarda notte. I presenti spingevano affinchè il Cavaliere accelerasse sulla riforma elettorale, qualcuno chiedeva invece il suo immediato ritorno in campo. Ma l'ex premier non ha assolutamente intenzione di stringere i tempi: è convinto che l'effetto sarebbe quello di danneggiare il Pdl (o la sua futura creatura politica). Nella notte ci sono stati momenti di tensione, anche perché Berlusconi, nella mattinata di mercoledì 3 ottobre, ha rinunciato a prendere parte al convegno "Investire nella nuova Russia": "Perché questo non è il momento giusto per parlare", ha poi spiegato ai suoi, in privato. Ma la verità è che Silvio non vuole metterci la faccia nei giorni del grottesco scandalo che ha travolto la Regione Lazio. "Uno spettacolo vergognoso", lo ha bollato il Cavaliere. Quindi il requiem: "Il Pdl non esiste più". Liste civiche - Certo, Berlusconi è convinto da mesi che la sua creatura politica sia estinta. E' sicuro del fatto che sia necessario un balzo in avanti: lo scandalo che ha come simbolo Batman-Fiorito ha contribuito a rafforzare le sue convinzioni. D'altra parte i sondaggi privati a disposizione dell'ex premier, dopo i guadagni delle ultime settimane, sono tornati a scendere: il calo è a livello nazionale. Ed è in questo contesto che il Cav torna a pensare con insistenza alla lista civica nazionale, oppure a più liste (emblematico, in tal senso, il fatto che in Lazio si andrà a votare senza il simbolo del Pdl). Berlusconi continua a temporeggiare, e medita ancora su quelle liste civiche che parevano averlo conquistato all'inizio della scorsa estate, nei giorni del grillismo ruggente (e di successo). Ipotesi ritiro - Per tutti il giorno in via dell'Umiltà Berlusconi, Alfano e i vertici del parito hanno studiato differenti strategie per uscire dal momento buio, segnato dagli scandali e dalle divisioni interne. E così, per uscire dai problemi che stringono in una morsa il centrodestra, il Cavaliere si è anche detto pronto "a farmi da parte se serve a dare la chance ai moderati di vincere". Il chiodo fisso dell'ex premier è proprio quello di "riunire i moderati". E secondo la pasdaran Daniela Santanchè, Berlusconi "ha le idee chiarissime", anche se all'Italia non le ha ancora rivelate. E' infine una frase di Guido Crosetto ad inquadrare in maniera piuttosto precisa la situazione, a fornire forse quella che è la chiave più corretta sulla possibile ricandidatura di Berlusconi: "Lui non si candida per perdere. E oggi perderemmo...".  

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