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La Gelmini lancia la sfida alla Lega:"Prenderemo i voti di Nord e imprese"

L'ex ministro: "Non faremo sconti, ma le nostre posizioni sono più avanzate"
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 15 luglio 2012

2' di lettura

Silvio Berlusconi candidato premier, una squadra giovane e soluzioni concrete per la “questione settentrionale”. Per Mariastella Gelmini, ex ministro dell’Istruzione, al Pdl non serve altro per vincere le Politiche del 2013. Nemmeno il ticket con una donna: «Il Cavaliere non ha certo bisogno di nessuno per farcela».  Alla fine, la grande novità politica del Cavaliere è il suo ritorno in campo: sorpresa?  «Assolutamente no. È la sinistra che è andata in allarme, ha reagito con stupore e preoccupazione. Una reazione che dimostra, anche se non ce n’era certo bisogno, di quanto consideri Berlusconi un avversario temibile, capace di catalizzare grandi consensi».  Non ritiene il ritorno in campo del presidente un fallimento della classe dirigente Pdl, che non ha saputo proporre una alternativa? «No, assolutamente. La leadership carismatica di Berlusconi non è ripetibile né replicabile. Ciò non significa che tutto deve restare uguale, anzi: il ricambio generazione e il rinnovamento dentro al Pdl devono andare avanti».  Dovrete recuperare molti voti; come pensate di farlo? «Proponendoci come partito di riferimento dell’elettorato moderato, riformista e liberale italiano. Questa è la sfida raccolta da Alfano, una sfida che non si conclude qui. Se sapremo portare avanti i nostri valori e le nostre politiche, quelli di meno spesa, meno debito, meno tasse, vinceremo».  Il Cavaliere vorrebbe candidarsi in ticket con una donna. Lei è nella rosa delle “sospettate” come vice: cosa pensa di questa idea?  «Io non credo ci sia bisogno di un ticket: Berlusconi vince da solo. Piuttosto vedo una squadra attorno a lui, una squadra fatta di uomini e di donne».  Andrete a caccia dei voti della Lega?  «No, ma il Pdl si candida ad essere interlocutore privilegiato del Nord. Con la Lega governiamo alcune Regioni, ma non faremo sconti. Anche perché il nostro tasso di riformismo è molto più elevato di quello del Carroccio.  Non dimentichiamo che il governo Berlusconi è caduto perché la Lega si è opposta alla riforma delle pensioni. Senza risparmi non si aiuta il Nord, senza riforme non si cresce: le nostre posizioni sono più avanzate».  Leggi l'intervista completa di Paolo Emilio Russo all'ex ministro Gelmini su Libero in edicola oggi 13 luglio 2013

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