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Raccolta firme per candidare D'AlemaSpuntano nomi finti

di Lucia Esposito domenica 21 ottobre 2012

2' di lettura

  Elisa Calessi Non è solo Antonio Placido, sindaco di Rionero in Valture, Basilicata, ad aver scoperto di aver firmato a sua insaputa l’appello in difesa di Massimo D’Alema. Stessa cosa, si scopre, è accaduta a Sabrina Rocca, candidata del centrosinistra alle ultime amministrative a Trapani. Come Placido (e come, pare, altri) ha letto il suo nome tra i settecento dell’appello pubblicato lunedì dall’Unità per sostenere l’importanza di ricandidare in Parlamento il presidente del Copasir. Peccato che Rocca non fosse stata avvertita: «Non sapevo di quella pagina dell’Unità», ha  raccontato al Fatto quotidiano, «ma ho trovato la casella di posta piena di insulti: molti mi esprimevano il loro disappunto per aver trovato il mio nome tra quella fila di sostenitori di D’Alema. Mi dicevano: ma proprio lei che fa la dissidente del Pd, adesso firma in favore di D’Alema?». Rocca, infatti, non è in buoni rapporti con i vertici del Pd: indicata come candidato da Sinistra e libertà, solo in un secondo tempo anche il suo partito si era accodato. Ma le sorprese non sono finite. Prosegue l’inconsapevole firmataria: «Dopo aver visto che il mio nome compariva effettivamente tra le settecento firme per D’Alema ho subito contattato i vertici nazionali del partito: “Lei ha ricevuto una mail”, mi hanno detto. Ho cercato tra la posta, ed in effetti avevo ricevuto la mail con l’appello, ma non l’avevo mai letta. Come hanno fatto dunque ad includermi tra i firmatari dell’appello, se non avevo neanche risposto?». Dal che si deduce un altro particolare non di poco conto: la campagna per l’appello in favore di D’Alema è partita dal Nazareno, dal «partito».  L’iniziativa, insomma, è nata male e prosegue peggio. Nicola Latorre, ex fedelissimo di D’Alema, si è pubblicamente dissociato definendolo un «autogol». E molti, ieri in Transatlantico, ironizzavano sul numero ridotto e anche sulla modestia delle firme che pure sono autentiche. «Uno come D’Alema avrebbe dovuto metterne insieme almeno mille o duemila. E poi di livello, non roba così».    

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