Anche se i guai giudiziari crescono per gemmazione nelle regioni, non distolgono Berlusconi dalla sua priorità. Un nuovo movimento con cui seppellire il Pdl e rilanciare la scommessa liberale in Italia. Ha sguinzagliato i suoi talent scout sul territorio alla ricerca di volti freschi da mettere in lista. E sta facendo proseliti tra i giovani amministratori e nella società civile con il mantra di Steve Jobs: «Stay hungry, stay foolish». Che ora è diventato il nuovo verbo di Re Silvio. Nome e logo sono quasi pronti. Il Cav è incerto fra tre bozzetti, ma conta di scegliere entro novembre. Ci vorrà più tempo, invece, per sciogliere la riserva sulla ridiscesa in campo. È vero che ha ufficializzato per interposta persona (Alfano) la sua disponibilità a fare un passo indietro. Che non vuol dire volontà. Fosse per lui, il Cav si sarebbe già ricandidato. Ma ci sono ancora troppe incognite. In primis, la legge elettorale. Se passerà una riforma elettorale di tipo proporzionale con preferenze che non impone di indicare il premier, nessuno impedirà a Berlusconi di candidarsi a capolista. Se il Porcellum resterà intonso, invece, il dilemma si riproporrà. E molti nel Pdl, ma non solo, sono pronti a scommettere che alla fine il Cav scenderà in campo in prima persona quando riceverà il due di picche ufficiale del capo dell’Udc all’offerta della premiership. Leggi l'articolo integrale di Barbara Romano su Libero in edicola oggi 12 ottobre