Fuori tutto

Emilio Carelli, lo sfogo dopo l'addio: "Nel M5s tre anni d'inferno. Ma grazie a Casalino, Conte può diventare leader"

Francesco Specchia

Emilio Carelli è un paciere naturale, negli occhi il volo delle colombe, le dita a forma di ramoscello d'ulivo. In un'altra vita avrebbe fatto il mediatore nella Striscia di Gaza. Per farlo incazzare ce ne vuole. Epperò, Carelli -ex direttore Mediaset e di SkyTg24, docente universitario, uomo di spessore- ha mollato la casa scricchiolante dei 5 Stelle in tempi non sospetti. Annusa l'apocalisse in arrivo.

Caro Emilio Carelli, tu che eri deputato del Movimento fino all'altro giorno. Tra espulsioni di massa, resistenze interne, Grillo/Casaleggio alla resa dei conti, che cosa succederà, ora?
«Io mi sono staccato nel momento in cui sembrava nascere il Conte Ter: non ce la facevo più. Ora vorrei riunire i moderati, il centro da Lega a Forza Italia, all'insegna di valori europei vicini al Ppe, di crescita, dignità, sviluppo».

Ma scusa, per tutto questo, non c'è già il partito di Tabacci?
«Be', Tabacci è Tabacci, magari poi ci accordiamo. Comunque io ho già molti contatti tra i moderati di centrodestra. L'alternativa era schiacciare un pulsante verde o rosso; in questi 3 anni nei 5 Stelle, il bilancio è stato disastroso, vuoi per i loro dogmi, vuoi per le persone sbagliate al posto sbagliato. E io non parlo di fare il Presidente del Consiglio, eh. Banalmente, anche solo delle iniziative parlamentari; c'era sempre qualcuno che prenotava l'intervento, e non faceva intervenire me. Mi hanno fatto perdere la pazienza».

 

 

Hai sentito Berlusconi?
«Diciamo che prima della mia scelta no (dopo, però, sì, ndr). Ma il mio non è un ritorno a Forza Italia, farei una cosa magari più piccolina ma mia. Perché nel M5S manca la cultura politica. Anche al governo si credono all'opposizione. È accaduto spesso, votare contro se stessi: quando a dicembre ci fu lo scostamento di bilancio di 32 miliardi, o oggi dando la fiducia a Draghi facendo discorsi violenti, da opposizione. Per questo io me sono andato».

Cioè dici che spesso hanno opinioni che non condividono. Per esempio, la Lezzi -oggi espulsa dal Gruppo parlamentare ma non dal Movimento- era sempre un po' contro l'esecutivo, anche da ministro
«Come molti si è sentita sempre all'opposizione. Invece di dialogare, mediare, lasciare stare i dogmi nell'interesse del Paese smettendo di guardarsi l'ombelico. Ma ti assicuro che là dentro c'è gente poco valorizzata. E, guarda, Di Maio resta il migliore».

Pensa te
«Sul serio. E Beppe (Grillo, ndr) è il più saggio di tutti. C'è nei momenti cruciali, come ora. Ha appoggiato Draghi in cambio del ministero della transizione ecologica, nonostante avesse contro la base».

 

 

Però non hai risposto: che cosa succederà nel Movimento ora? Arriverà la scissione?
«Qui da un lato c'è un reggente che ha mandato le lettere d'espulsione a 20 deputati e 30 senatori, un numero enorme, potrebbero formare gruppi parlamentari autonomi sotto l'insegna dell'Idv; dall'altro Bonafede e Taverna parlano di "unità, amici compagni di battaglie". Ma sarei stupito se ci fosse scissione. Anche se mi aspettavo, alla fine, che solo 5/6 non dessero la fiducia, per disciplina di partito».

Perché si è arrivati a tutto questo?
«La gente è scoppiata. Nell'ultimo anno non abbiamo avuto una guida vera, un capo politico o un organo collegiale. E un partito di maggioranza col 32,7% non può permettersi un semplice reggente che si limita a fare quello che può».

Cioè, stai dicendo che è tutta colpa di Vito Crimi? Non è che tutta 'sta transumanza al Misto è perché così hanno mano libera e possono smettere di pagare parte dello stipendio al partito?
«L'obolo, no, dai. È un dissenso vero: considerano ancora Draghi come l'uomo dei poteri forti. Ma è una posizione che forse si può permettere Di Battista che sta fuori, o Paragone col suo movimento antieuro. Gli altri stanno al governo».

 

 

E Casaleggio, cosa fa?
«Non capisco, francamente. Rousseau poteva essere vero strumento di democrazia diretta, ma ora gli iscritti sono pochissimi. Non si può tenere appeso un Paese al voto di 70mila persone».

E i due turnisti a Chigi? Conte diventerà Capo del M5S? Draghi ce la farà?
«Conte ha sbagliato nella ricerca dei responsabili. Ma grazie alla strategia di Casalino gode comunque di un grande consenso, può prendere in mano il Movimento. Draghi in aula è stato chiarissimo. Puntiamo su di lui. Non c'è altro».