buonsenso

Aperture, il retroscena di Minzolini: "Quel giorno Giorgetti ha fatto girare un sms". Dietro al sì di Draghi il buonsenso

Le riaperture sembrano decise: dal 26 aprile l'Italia potrà ripartire, almeno in parte. Un vero e proprio successo per la Lega che ha combattuto strenuamente i rigoristi alla Roberto Speranza. Per Augusto Minzolini si è trattato di un tentativo "di riaprire un canale di comunicazione tra il Palazzo e i problemi di oggi del Paese". Non è un caso - scrive il retroscenista sul Giornale - che "l'altro giorno, durante la riunione del Csm, il leghista Giancarlo Giorgetti faceva girare un sms in cui confidava che nella battaglia per riaprire si ritrovava in piena sintonia con le posizioni della ministra Bonetti di Italia Viva".

 

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Il messaggio del ministro è stato chiaro: nella battaglia per gli italiani non ci sono bandiere ma semplicemente buonsenso. Ecco, dunque, cosa c'è dietro la presa di posizione del premier e, quella più inaspettata del ministro della Salute. "Tant' è - prosegue - che mentre il governo andava avanti chi è rimasto fuori dalla porta vedi Giorgia Meloni - si è ritrovato a fare la guardia al bidone della vecchia liturgia della mozione di sfiducia a Speranza, centrando solo il risultato di guadagnargli un posto accanto a Draghi nella conferenza stampa dell'altro ieri: quando si parla di miopia in politica".

 

 

Per il giornalista l'unico errore commesso dall'esponente di Leu è stato quello di assecondare Giuseppe Conte. "Quell'errore da pusillanime di Conte - dice riferendosi alla mancata chiusura di Alzano e Nembro - ha provocato quella confusione nella catena di comando nella gestione della pandemia che ha condizionato il rapporto con le Regioni fino a Draghi e provocato tanti guai".