Una brutta fine

Mario Draghi, le nomine a Cdp e Ferrovie. Dagospia: "Conta solo Di Maio, Conte non tocca più palla"

"Giuseppe Conte non tocca palla". La fine politica dell'ex premier viene certificata dalla raffica di nomine del suo successore Mario Draghi per le partecipate. Poltronissime in cui la corte dell'avvocato viene azzerata. Qualche bandierina solo per Luigi Di Maio, che riesce a piazzare qualche fedelissimo in un puzzle che deve per forza di cose rispecchiare i traballanti equilibri della maggioranza arlecchino. E Conte, che in teoria dovrebbe essere il leader della (presunta) alleanza elettorale Pd-M5s, resta a bocca asciutta. Un indizio di pessima salute, per chi vorrebbe tornare a comandare.

 

 

 

 



Draghi piazza alla Cassa Depositi e prestiti come nuovo ad Dario Scannapieco (confermato il presidente delle Fondazioni Giovanni Gorno Tempini), con l'obiettivo, spiega un retroscena di Dagospia, di trasformare Cdp in "un vero fondo sovrano al servizio del Paese, architrave del Piano nazionale di ripresa e resilienza". Il premier ha scelto di testa sua: "A nulla - scrive ancora Dago - sono serviti per l'ad uscente Fabrizio Palermo l'appoggio di Di Maio e di Salvini per una riconferma". Prossima testa a rotolare sarà, si dice, quella di Domenico Arcuri, preferito 3 anni fa proprio Scannapieco per la guida di Invitalia, spinto dai grillini Spadafora e Buffagni e poi promosso da Conte a commissario straordinario per l'emergenza Covid, onnipotente o quasi per un anno. 

 

 

 

 

 

Alle Ferrovie di Stato andrà il nuovo amministratore delegato Luigi Ferraris (già in Enel, Poste e Terna), al posto di Gianfranco Battisti "nominato all'epoca dal ministro Toninelli", nota ancora Dagospia; "Sarà un ruolo nevralgico perché almeno 30 miliardi del Recovery saranno destinati alle infrastrutture ferroviarie". Presidente sarà invece Nicoletta Giadrossi, già nel cda di Fincantieri. "Ferraris - conclude Dago -, avrebbe avuto l'appoggio anche da Di Maio, che compenserebbe la perdita dei 'suoi' Palermo e Battisti". "Conta solo Giggino", è la lapidaria constatazione del sito di gossip politico fondato e diretto da Roberto D'Agostino: "Conte? Non pervenuto, non serve né apparecchia".