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Giorgia Meloni, ultimatum a Berlusconi e Salvini? "Non si cambiano i patti in base ai sondaggi"

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Un'intervista fiume quella di Giorgia Meloni che, da unica forza all'opposizione, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. La leader di Fratelli d'Italia non risparmia proprio nessuno, neppure gli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: "Credo ancora nel centrodestra. Noi possiamo anche discutere e qualche volta litigare, ma la nostra visione del mondo è sostanzialmente compatibile. Io voglio cambiare le cose e so che posso farlo solo con chi la pensa come me", esordisce sulle colonne del Giornale senza dimenticare  che "ci sono episodi sui quali mi sono interrogata". Uno tra tutti l'esclusione di FdI dal Cda della Rai e sul quale il numero uno di Forza Italia si è detto rammaricato e pronto a rivedere la situazione. 

 

 

A non andare giù alla Meloni anche il governo con il Partito democratico: "Non mi chiudo nel guscio, ma sto bene come sto, non condivido l’idea che per essere aperti bisogna fare gli inciuci e non mi piace neppure quando mi dicono che per diventare rispettabile mi tocca andare al governo col Pd". Poi è la volta delle elezioni su cui la leader di Fratelli d'Italia non ha dubbi. Almeno per chi sarà il presidente del Consiglio nel caso in cui vincesse il centrodestra. Il nome? "Il capo del partito che prende più voti".

 

 

L'unico ostacolo capire cosa vogliono fare davvero il Cav e Salvini: "Se Forza Italia e Lega vogliono presentarsi uniti, devono dirlo prima del voto. Non si cambiano le regole a partita in corso. Nel 2018 ho chiesto più volte a Mattarella, insistendo, che a Salvini fosse affidato l’incarico di formare il governo. Era lui l’uomo di punta della coalizione, perché lo dicevano i numeri, i voti. Non è che adesso si cambiano i patti perché i sondaggi non sono favorevoli agli altri". Ad oggi la vetta più alta nelle intenzioni di voto è tutta sua, di un partito all'opposizione. "Una posizione - prosegue - non comoda. Le garanzie che di solito tutelano le opposizioni per noi valgono un po' di meno". Anche se "Draghi non ha il pregiudizio ideologico che aveva Conte. Noi allora presentavamo proposte che venivano bocciate e poi la maggioranza le riproponeva identiche senza neppure citarci. Questo ora non accade".

 

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