Polemica

Forza Italia, Gelmini durissima: "I ministri tenuti lontani da Berlusconi, resteremo in dieci". Resa dei conti nel partito?

Mariastella Gelmini, secondo quanto raccontano alcune fonti all'Ansa, ha sbottato durante la riunione dei capigruppo del suo partito. "In Forza Italia ci sono sempre stati i falchi e le colombe e francamente oggi non è la stagione dei falchi. Se non vogliamo che FI si riduca ad un cortile in cui sono elette 10 persone la linea politica è più quella di Mara Carfagna che di altri, è una linea di centrodestra, moderata e che ha cultura di governo".

E ancora: "Non possiamo nasconderci che c'è una delegazione di governo con tre persone che dai sei mesi sono state tolte dai tavoli con il presidente, tolte dai tavoli con i capigruppo ed io non lo trovo giusto. Noi ministri in quei tavoli non ci siamo perché veniamo rappresentanti come qualcosa di estraneo e questo credo che non sia corretto", attacca la Gelmini.

La ministra azzurra ha poi fatto riferimento alla lettera inviata da Berlusconi per designare Barelli come capogruppo: "Se qualcuno ha forzato per far mandare una lettera a Berlusconi la spaccatura è forte e da questa parte non era candidato un amico della Gelmini o di Brunetta (il riferimento è a Sestino Giacomoni ndr) ma un collaboratore tra i più stretti di Berlusconi quindi vuol dire che c'è un problema. Mi auguro che sia la sensibilità di Berlusconi di ascoltare chi è da 15 anni in questo partito e provare a trovare una sintesi. Se faremo finta che i problemi non ci sono perché non abbiamo votato o andremo a traino di Lega e Fdi ci sarà posto per poche persone in Parlamento e qualcun altro occuperà il nostro spazio perché secondo me il tempo del populismo e degli estremismi e' finito".

E ancora, sulla amministrative: "I candidati li hanno scelti prevalentemente gli alleati e non candidare Lupi a Milano come chiedeva Berlusconi è stato un errore, candidare Michetti a Roma è stato un gigantesco errore però, dobbiamo dirci anche, che potevamo essere più forti con Berlusconi nel chiedere candidature più forti. Io l'ho detto con chiarezza: il rapporto con gli alleati dovrebbe contemplare anche le delegazioni che sono al governo. L'ho detto anche a Salvini".

Quindi l'attacco alla Lega: "Pd e M5s sono ormai una coalizione, noi ci troviamo in Cdm con la Lega che arriva all'ultimo minuto e non sa se deve uscire, se partecipa al voto, quale sarà la posizione e non c'è una sintesi dentro il centrodestra perché quando Forza Italia era il primo partito Berlusconi sapeva fare il federatore, oggi non c'è e ci sono delle divisioni enormi".