Fine dei giochi

Reddito di cittadinanza? Non è stata abolita la povertà, ma hanno legalizzato le truffe

Sandro Iacometti

Non ha abolito la povertà e non ha spinto l'occupazione. In compenso ha riempito le tasche di ogni tipo di furfante. Dai mafiosi ai pregiudicati, dagli scippatori ai drogati, dai sequestratori agli evasori. Ma anche finti padri, falsi poveri, residenti all'estero, immigrati irregolari, lavoratori abusivi. L'elenco dei malfattori che hanno campato a spese dei contribuenti incassando ogni mese il reddito di cittadinanza è sterminato. Solo in cinque regioni del Sud (Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata) i carabinieri ne hanno scovati poco meno di 5mila, il 12% dei beneficiari sottoposti a controllo. In tutta Italia la percentuale si abbassa un po'. Nel 2021, che non è ancora finito, su 156mila persone verificate ben 9.247 hanno percepito illegalmente il sussidio. Si tratta del 6% del totale. Vi sembra poco? Se proviamo a trasferire questa quota sui 3,8 milioni di beneficiari, scopriamo che i soldi potrebbero aver preso la strada sbagliata circa 230mila volte.

 

 

 

 

 



IL COLLAUDO - È in questo scenario che il governo, impegnato su altri fronti a centellinare le risorse, si prepara a sborsare, dal prossimo anno in poi, un altro miliardo per rimpinguare un po' la dote dell'obolo grillino, facendola salire a circa 9 miliardi l'anno. Dopo i dati snocciolati dai carabinieri ha ancora senso proseguire su quella strada? I pentastellati, manco a dirlo, non hanno dubbi. Per Giuseppe Conte il fatto che ci siano stati degli abusi non toglie che il reddito di cittadinanza sia «uno strumento irrinunciabile». Insomma, il principio del sussidio universale resta valido a prescindere. Per Luigi Di Maio, invece, è solo un problema di «messa a punto». Come tutti gli strumenti, ha spiegato, «bisogna fare il collaudo» e le misure messe in campo da Draghi sono «il primo tagliando».

 

 

 

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Ora, tralasciando il fatto che il disastroso collaudo ci è costato la bellezza di 17 miliardi, proviamo a seguire il ragionamento del ministro degli Esteri. Il reddito finora non ha funzionato ed è finito nelle mani sbagliate. Però dal 2022, con la stretta in finanziaria, tutto cambierà. Ne è convinto anche Andrea Orlando. «Sono emerse alcune criticità importanti, sia in relazione ai comportamenti opportunistici e fraudolenti, sia in relazione all'efficacia della misura come strumento di politica attiva», ha detto ieri il ministro del Lavoro alla Camera, «ma i correttivi del governo ne rafforzeranno l'efficacia». Ne siamo sicuri? In realtà, la riforma annunciata consiste solo in un giro di vite sulla parte relativa alle politiche attive per il lavoro (che molti esperti, a partire da Pietro Ichino, giudicano del tutto inutile), ma non si occupa affatto dei controlli. Eppure, è proprio lì che il reddito ha mostrato il suo difetto peggiore. Qui non si tratta più di qualche furbetto, di un pugno di truffatori. La frode sul reddito è diventata sistematica e incontrollabile. La domanda che Di Maio e tutti dovrebbero porsi è: com' è possibile che sia così facile mettersi in tasca abusivamente il reddito di cittadinanza? Di quei 10mila beccati dalle forze dell'ordine, ad esempio, circa 4mila erano già conosciuti all'autorità giudiziaria. Perché gli è stato riconosciuto il beneficio?

 

 

 

 



LE BANCHE DATI - La risposta sta nel mancato incrocio delle banche dati della Pa. Il presidente Pasquale Tridico, nume tutelare della misura grillina, nel 2019 aveva promesso verifiche a tappeto. Poi ci si è messa di mezzo la privacy. Però nel novembre del 2020 il Garante ha sentenziato: «L'Inps potrà attingere alle informazioni in possesso di diversi enti pubblici (Anagrafe tributaria, Pra, Regioni, Comuni) per fare controlli sui beneficiari: possesso di beni immobili, intestazione di autoveicoli, ricovero in strutture pubbliche, condanne o misure cautelari personali».

 

 

 

 

 

 

 

A questo punto delle due l'una: o Tridico non è in grado o la mole di dati è troppo grande per essere verificata in maniera tempestiva ed efficace. In entrambi i casi c'è un problema da risolvere. E in fretta. Certo, l'Italia è il Paese dei falsi invalidi e degli evasori. Ma proprio per questo: c'era davvero bisogno di offrire un'altra occasione per sottrarre soldi all'erario?