Così non può andare avanti

Mario Draghi telefona a Speranza, il retroscena: "Incaz***o di brutto, buttato nel c***o in meno di 24 ore"

"A quel punto si è inc***o di brutto". Mario Draghi e Roberto Speranza, cronaca (e retroscena) di una telefonata bollente. Secondo Dagospia, il premier "ha masticato amarissimo" per il pasticcio sulla Dad che ha visto protagonista il ministro della Salute. Un imbarazzante dietrofront con la circolare diramata per spiegare il ritorno al passato e la didattica a distanza per tutti gli studenti di un istituto già con un solo positivo in una classe e, dopo poche ore, la smentita del governo. "La decisione di spedire i ragazzi a casa in presenza di un solo contagio ha spiazzato Draghi - spiega il sito politico diretto da Roberto D'Agostino -, visto che non era stato adeguatamente informato".

 

 

 

 

 

 

Da qui la telefonata al suo ministro della Salute. "Il cocco di D'Alema ha scaricato le responsabilità della decisione sul direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero,  Giovanni Rezza". "Ho seguito le sue indicazioni", avrebbe detto Speranza. Apriti cielo. Il premier, che crede in una disciplina "militare" in cui le gerarchie e gli ordini si rispettano, a quel punto avrebbe fatto una "lavata di capo" all'esponente di Articolo 1. "Si è incaz***o di brutto", fa notare Dago senza eufemismi, e gli avrebbe fatto notare "che a consigliare il governo nelle scelte di questo tipo c'è il Comitato tecnico scientifico".

 

 

 

 

 



Altra telefonata, stavolta al coordinatore del Cts Franco Locatelli, secondo cui la circolare del Ministero era eccessivamente severa ("Non dobbiamo esagerare" e a quel punto Draghi ha cercato conferma dal commissario straordinario all'emergenza, il generale Francesco Figliuolo. Stesso parere di Locatelli e garanzia di maggiori test nelle scuole pur di garantire le lezioni in presenza anche in caso di aumento dei contagi. A quel punto, la decisione di Speranza è stata ribaltata in nemmeno 24 ore. "Mai la decisione di un ministro era stata buttata al cesso in un modo così rapido e plateale", conclude Dagospia parlando di un "precedente importante".

 

 

 

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