Il paradosso

Green pass subito cancellato? Indiscrezioni, clamorosa accelerazione: perché Draghi "fa fuori" Speranza

Mercoledì sera, Mario Draghi ha annunciato la fine dello stato d'emergenza e l'addio alle mascherine all'aperto. Il premier ha dato il via al percorso che, sue parole, "porterà a rimuovere le restrizioni residue dalla vita di cittadini e imprese. Vogliamo aprire tutto", ha affermato.

 

Eppure, c'è un paradosso legato al green pass, che resterà in vigore anche dopo il 31 marzo. Il punto è che chi si troverà in visita in Italia, i turisti insomma, potrà muoversi più liberamente ai nostri connazionali. Questo per la decisione presa lo scorso 2 febbraio, quando è stato stabilito che "coloro che provengono da uno Stato estero e sono in possesso di un certificato di avvenuta guarigione o avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione, è consentito l'accesso ai servizi e alle attività per i quali è previsto il Green Pass Rafforzato previa effettuazione di un test antigenico rapido (validità 48 ore) o molecolare (validità 72 ore)".

 

Insomma, l'assurdità è palese. Tanto che, assicura Il Messaggero, nel governo si sta ragionando sulla possibilità di limitare il green pass ulteriormente. Nel dettaglio si pensa di escludere bar e ristoranti al chiuso, oltre ai mezzi di trasporto a lunga o breve percorrenza. L'orientamento è quello di allineare prima possibile - e infatti c'è anche chi non esclude che il pass rafforzato possa essere limitato già nella seconda metà di marzo - i provvedimenti per i cittadini italiani a quelli per i turisti extra-Ue. I tempi, insomma, potrebbero bruscamente accorciarsi. Con buona pace di Roberto Speranza, ultimo pasdaran del certificato verde sempre e comunque.