Nel corso della storia l’Italia ha avuto diversi appellativi, da giardino d’Europa a Bel Paese etc.. Ora è diventato anche il paradiso per i ricchi stranieri. Proprio così, nessuna meta esotica né isola incontaminata. È lo stivale a piacere e lo titola a chiare lettere il francese Le Figaro: “Italia, il nuovo paradiso per i super ricchi stranieri”. Certo, il patrimonio artistico e culturale, le bellezze delle coste adriatica, tirrenica e ionica, ma… a far gola ai milionari è, a sorpresa, il regime fiscale. Nessun eldorado a tasse zero, sia chiaro, ma facilitazioni sì per chi porta soldi dall’estero e investe qui da noi; per non parlare della remunerazione dei capitali, a cominciare dai Btp italiani, molto appetiti dai fondi internazionali.
Secondo Henley & Partners, l’Italia è il terzo Paese preferito dai grandi patrimoni mondiali, preceduta solo dagli Emirati Arabi Uniti e dagli Stati Uniti. Questo flusso porta nuovi investimenti in immobili, imprese, e consumo di lusso, specialmente in grandi città. Nel 2024 si è avuto, in tal senso, un aumento del 5%, al contrario del resto d’Europa in cui il dato cala. Così il premier Giorgia Meloni sul tema: “Un segnale chiaro di fiducia verso la nostra Nazione”. Il fiscalista milanese Vito Paciello, sempre su Le Figaro, afferma: “Un sistema simile a quello svizzero, ma con il vantaggio di vivere in un Paese infinitamente più piacevole”. Piace il forfait annuale per i nuovi residenti: 200.000 euro per coprire, per 15 anni, tutti i redditi di fonte estera ed esenzione totale dalle imposte di successione e donazione sui beni detenuti all’estero. Insomma, tanta roba per chi ha superato i settant’anni e sceglie l’Italia où mourir tranquille. Non solo loro, anche manager, dirigenti e professionisti d’alto rango. Fino al 2023, questi potevano contare su una esenzione Irpef fino al 90% del reddito da lavoro prodotto in Italia.
Ma il governo Meloni, pur mantenendo l’attrattività, ha deciso di tarare il sistema su criteri più equilibrati. Dal 2024, il beneficio è limitato al 50% del reddito da lavoro, fino a un massimo di 600.000 euro annui. Al di sopra, scatta l’aliquota massima del 43% più addizionali locali. Resta comunque la possibilità di prorogare di tre anni il vantaggio, se si acquista un immobile da adibire ad abitazione principale. Insomma, porte aperte per chi in Italia vuole investire, vivere e contribuire alla crescita del Paese. E, grazie a questi ricchi investitori, anche il Sud ne beneficia. Dal 2019, infatti, chi si è trasferito in un comune con meno di 20000 abitanti delle regioni meridionali ha potuto godere di un’imposta sostitutiva fissa del 7% per dieci anni su tutti i redditi esteri. Insomma, il nostro Paese piace. E si parla già di "Manie-Meloni"...