(ex) alleati

Salvini: "Tu non conti niente", siluro su Di Maio. E il grillino fa il profeta: "Cosa accadrà in estate"

Volano stracci tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al centro l'incontro tra il leader della Lega e il diplomatico russo Sergey Razov. "La pace merita qualunque tipo di incontro. Avessimo un ministro degli Esteri operativo e credibile, ma non mi sembra che in tutti i Paesi al mondo sia ritenuto tale", si difende Salvini dopo che è stato attaccato su tutti i fronti sul possibile viaggio a Mosca con l'obiettivo di porre fine alla guerra in Ucraina. E ancora, sempre criticando l'operato del Cinque Stelle: "Ha presentato uno pseudo piano di pace che è durato un quarto d'ora e poi non si sa in quale cestino sia finito. Non chiedo medaglie o ringraziamenti - conclude - ma rivendico il mio diritto di lavorare per la pace".

 

 

Parole alle quali il diretto interessato non ha fatto mancare la propria risposta: "Le critiche di Salvini? Sembra l'antipasto del Papeete 2". Insomma, per Di Maio, nel lontano 2019 al governo con l'attuale nemico, "è un film già visto: ricordate quando fece cadere il governo Conte I? Iniziò tutto così, criticando i vari ministri del governo fino a staccare la spina". Se così fosse, è il suo ragionamento, "chi spiegherà poi agli italiani che a causa di una crisi estiva immotivata abbiamo bruciato i 200 miliardi del Pnrr?".

 

 

In ogni caso il leghista non intende fare retromarcia e spera in un faccia a faccia a breve con i vertici del Cremlino. "Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov non l'ho sentito, dovevo incontrarlo, sarebbe stata e spero sia un'occasione importante. Dialogare con la Russia e chiedere il cessate il fuoco non è un diritto, è un dovere". Da qui lo sconcerto nei confronti delle inchieste annunciate dal Copasir: "Chiarimenti, come se non fosse diritto di un parlamentare italiano lavorare con chiunque possa portare la pace".